Carlo Nordio
La Cassazione scende in campo e stronca il decreto sicurezza voluto dal governo. Con un parere di quasi 130 pagine, reso noto ieri, la Cassazione ha bocciato il recente decreto sicurezza che inasprisce le pene e introduce dei reati per cercare di riportare un minimo di ordine soprattutto nelle grandi città, da tempo in balia di gang criminali sempre più efferate. Il parere, non vincolante, arriva proprio all’indomani dell’Assemblea generale della Cassazione indetta dalla presidente Margherita Cassano e a cui hanno partecipato i vertici dello Stato, ad iniziare dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Per i giudici di piazza Cavour non ci sarebbero i presupposti di «urgenza» ed il testo sarebbe poi eccessivamente «eterogeneo». Inoltre, vi sarebbe la «sproporzione» di alcune sanzioni con il rischio di «compromettere manifestazioni di dissenso», ad esempio in caso di blocco stradale, punito con una pena da sei mesi a due anni. Il pericolo, proseguono i giudici, è che si apra «la possibile violazione di principi di incostituzionalità a livello penale». Atal fine, il governo avrebbe dovuto procedere con la discussione in aula, senza ricorrere al decreto legge.
Il testo era stato approvato in prima lettura alla Camera a settembre dello scorso anno ed era in attesa dell’esame del Senato. «Non c’è stato - si legge nel parere- alcun fatto nuovo configurabile come caso straordinario di necessità e di urgenza». Come se non bastasse, su alcuni specifici articoli vengono sottolineati «vizi di manifesta irragionevolezza e di violazione del principio di proporzionalità» rispetto alla «gravità dei fatti contestati». Le criticità sono tante, circa trentatré. Come le «aggravanti di luogo», l’inasprimento delle pene per alcuni reati se commessi nelle stazioni ferroviarie o nelle loro immediate adiacenze. Critiche vengono quindi rivolte anche alla possibilità di portare in carcere donne in gravidanza o madri di figli piccoli. «Una patente violazione dei principi costituzionali di tutela della maternità e dell'infanzia e di umanità della pena», si legge a proposito della norma pensata per arginare il fenomeno delle donne rom dedite ai furti e continuamente in stato interessante pur di sottrarsi alla prigione.
Un altro punto controverso è il divieto di vendere la cannabis light. Scrivono i giudici della Cassazione che si sostituiscono ai medici: «In assenza della dimostrazione che l’uso possa provocare effetti psicotropi o nocivi sulla base dei dati scientifici disponibili e condivisi, potrebbe confliggere con principi di rango costituzionale». Inoltre, potrebbe finire danneggiato il principio di libertà dell’iniziativa privata in campo economico.
«Non è una bocciatura, sono considerazioni non vincolanti. Il decreto è in vigore e noi andiamo avanti, tranquillamente e serenamente», tuona Matteo Salvini. «Credo sia un sintomo di civiltà sgomberare immediatamente le case occupate abusivamente, arrestare chi usa la gravidanza o i bambini piccoli per rubare, e dare maggiori poteri e tutele legali alle forze dell’ordine è un obiettivo condiviso da tutti».
«Incredulità» per il contenuto del parere è stata espressa dal ministro della Giustizia Carlo Nordio che ha chiesto un approfondimento. «Forza Italia ha sostenuto con convinzione il pacchetto sicurezza voluto dal governo e dal Parlamento. Le motivazioni della Cassazione sono da respingere. La magistratura ancora una volta semina confusione e si schiera dalla parte sbagliata, quella di chi commette i reati», commenta Maurizio Gasparri.
Soddisfazione per la stroncatura della Cassazione è stata, ovviamente, espressa dalle opposizioni. «La Cassazione ha confermato i rilievi che avevamo sollevato sia in Commissione che in Aula sul dl sicurezza», ha dichiarato la senatrice del Pd Valeria Valente. «È stato bocciato punto per punto lo sciagurato decreto sicurezza voluto dal governo e dalla maggioranza», gli fa eco Laura Boldrini. «Meloni criminalizza il dissenso», arriva a dire Angelo Bonelli (Avs).