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Coppie di fatto, Signorini: "Berlusconi bene sui gay, ora passi ai fatti"

Il direttore di Chi: "Il Cavaliere non è omofobo e la sua non è stata solo una sparata elettorale. Ma convincere i suoi alleati non sarà facile..."

Giulio Bucchi
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di Alessandra Menzani   Un cenno della testa, ovvero un sì, alla domanda sull'apertura ai diritti delle coppie gay, per la quale «serve la maggioranza in Parlamento per cambiare il Codice civile». L'apertura di Silvio Berlusconi alle coppie omosessuali ha provocato uno scossone. Da una parte lo si accusa di incoerenza («Finché governeremo noi», aveva detto quando era premier, «non ci saranno mai equiparazioni tra le coppie gay e la famiglia tradizionale, così come non saranno mai possibili le adozioni di bambini per le coppie omosessuali»), dall'altra di parole «gravi ed estemporanee» (secondo Avvenire). Il presidente di Gaynet Franco Grillini gli chiede delle prove per dimostrare che «non è uno scherzo». Uno che lo conosce bene, che è suo amico e tra l'altro omosessuale dichiarato, è Alfonso Signorini, direttore del settimanale Mondadori Chi. Gli chiediamo un commento su questa uscita a sorpresa di Berlusconi. Sparata elettorale? "Non credo. La sua apertura sarebbe epocale per due aspetti. I precedenti governi non è che si siano adoperati molto,  incluso quello di Berlusconi. Il Pdl non mi sembra abbia dato prova di grande sensibilità, penso a Formigoni e Giovanardi. L'atteggiamento era di distacco. Prendo atto di questa nuova linea con entusiasmo, e lo direi anche se le parole fossero uscite dalla bocca di Bersani, Monti o Grillo.  Viste le recenti alleanze con Maroni e Storace, due che non mi sembrano esattamente aperti alle tematiche gay, Berlusconi avrà comunque  il suo bel da fare. Non penso nemmeno alla classica boutade elettorale acchiappa voti. Va a scompaginare le alleanze e i voti dei cattolici che non hanno le idee molto chiare".  Davvero non pensa a una mossa per fare colpo? "Sarebbe controproducente per il discorso di cui sopra. È stata sicuramente una frase ad effetto, un cenno del capo durante una trasmissione radiofonica (lunedì scorso su Rtl 102.5, ndr). Io vorrei vedere un programma più sistematico. Non ce lo vedo un Ignazio La Russa felice per le battaglie pro-gay. Detto ciò Berlusconi non dice cose a caso. Dunque non penso sia stato molto popolare ma sicuramente coraggioso. L'impegno va messo nel riconoscimento delle coppie di fatto, eterosessuali o omo che siano. È un tema oggettivamente importante, basti pensare  che i matrimoni religiosi si sono visti superare da quelli civili".  L'Italia, dal suo punto di vista, in cosa è indietro? "Inutile mettersi le fette di salame sugli occhi. In molte cose. La strada è lunga. Il problema è che, al di là delle parole,  quando uno ha un figlio omosessuale le cose cambiano. Penso che il raggiungimento di una modifica del codice civile sia lontana, come dicevo, per le coppie di fatto anche etero. Prima di batterci per i matrimonio omosessuali o le adozione da parte di coppie gay, ci sono urgenze maggiori. Prima della Zeta pensiamo all'ABC". Ovvero? "Penso alle tutele dal punto di vista sanitario e patrimoniale. Non è solo il problema dell'omosessuale che non può andare a trovare il compagno malato in ospedale. Noi siamo molto arretrati, soprattutto nei confronti degli altri paesi. Anche solo della Svizzera, che è così vicina a noi".  Ma lei si ricorda quando Berlusconi disse: Meglio guardare belle ragazze che essere gay? "Eccome. Mi chiamò l'Ansa per una avere una mia opinione e commentai subito: “Ma chi ha detto questa stupidata?”. Non era certo una battuta felice, ma in seguito ne ho parlato direttamente con lui e mi disse di essere stato travisato. Voleva dire in sostanza che un omosessuale ha più problemi e sofferenze rispetto a un Dongiovanni".  Quindi non è omofobo? "Non direi. Spesso gli dico: “Non sai che gioie ti perdi”. “Non sai quante occasioni”. Ma non riesco mai a convertirlo!". Non dubitiamo.  "Comunque mi fa tanta simpatia. Avevo molta perplessità,  e le avevo anche espresse pubblicamente, sulla sua nuova discesa in campo. Ma devo dire che ogni volta sa trovare carica e energia. Fa settanta interviste al giorno. È più presente lui in tv che Raoul Bova per pubblicizzare Ultimo, la fiction. Una bella lotta. E funziona,  la campagna di Monti non sta producendo grandi effetti...".  Monti  non si è mai espresso sui diritti delle coppie gay.  "Mi pare di no. Ho letto sulle coppie di fatto che abbraccia la linea di Avvenire e della Cei. Non sono certamente una sua priorità, come i temi economici. L'omosessualità è un tema spinoso, il rapporto politica-Vaticano, soprattutto in Italia, è stretto".  Ma lei è pro o contro i matrimoni omosessuale? "Io sono contro il matrimonio, gay o etero che sia. E lo dico da omosessuale. Non so cosa farò domattina, figuriamoci tutta la vita". Ma è anche molto cattolico.  "Sì. Infatti sono contrario alle adozioni da parte di coppie gay. La famiglia è una sola.  Un maschio e una femmina. È nella natura delle cose da sempre. Con questo non voglio dire che essere gay è contro natura. Lo dico dal punto di vista delle istituzioni. Sì, forse sono bacchettone, ma penso questo".  Torniamo a Berlusconi. Alla sua campagna elettorale.  "Potrebbe stare al Ritz a bere the e pasticcini come la Thatcher  invece non si ferma mai. Anche con la Pascale si è dato una bella botta di vita". Le piace la nuova fidanzata di Berlusconi? "L'ho conosciuta solo di recente. Devo ammettere che è discreta, non sgomita. Sa stare al suo posto".  Ha provato a intervistarla? "Ovviamente, se no non farei il mio mestiere. Se non altro per farla conoscere, per capire come ha fatto a passare dal calippo ad Arcore. La sua è una bella storia. Per ora tace. Si sa gestire bene, non s'appiccica ogni piè sospinto al Cavaliere. Penso che ce l'abbia fatta per questo motivo. Non ha la smania".      

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