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Brindisi, parla l'ex sospettato: "Sono onesto, lasciatemi in pace"

Lunedì ha trascorso un giorno in Questura, poi è tornato nella sua abitazione. "Non ho ucciso io Melissa, ero a casa nel momento dell'esplosione alla scuola"

Giulio Bucchi
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  Un giorno vissuto da sospettato numero uno per l'attentato di Brindisi alla scuola Morvillo-Falcone. Ore e ore trascorse in Questura, mentre la città e l'Italia intera già immaginava di avere "il mostro" che ha ucciso Melissa Bassi. Poi l'uomo a lungo interrogato è tornato a casa, libero, intorno alle 2-3 di notte, e con lui la figlia di 3 anni che non sapeva a chi lasciare e s'era portato dietro in Questura. "E' stato un incubo, ma sono un uomo onesto, non c'entro niente con la bomba, però per fortuna l'hanno capito che sono un onesto", sono le sue parole ne l'intervista esclusiva rilasciata a lastampa.it e a ilmattino.it. Ripreso di spalle nella propria abitazione, con in sottofondo l'audio della tv di casa. "L'unica cosa che voglio è essere lasciato in pace - dice per prima cosa agli inviati che lo intervistano -, sono un uomo onesto. Chiaramente ieri è stato un incubo". Poi sottolinea "sono sempre stato tranquillo perché ho la coscienza in pace". Le basta questo? "Per me basta così". Gli chiedono come è stato trattato in Questura, "Beh insomma, bene...". Mai sentita una violenza contro di lui? "In Questura no...". E a casa? (domanda riferita al momento in cui gli investigatori sono andati a cercarlo, ndr) "A casa c'è stato un po' di trambusto...", la risposta. Gli chiedono della bambina di tre anni che ha portato con sè in Questura perché non sapeva a chi e dove lasciarla. "La bambina è stata un po' distratta...".   La ricostruzione - L'uomo dice che sabato mattina, al momento dell'attentato, era a casa, distante 300 metri dal luogo dell'esplosione, e di aver ovviamente avvertito il boato. "Ho pensato a qualcosa di grave, il botto era molto forte". Quindi è uscito di casa intorno alle 11, raggiungendo la zona dell'attentato, per capire cosa fosse avvenuto. Gli fanno notare che è ritenuto "un grande esperto" di elettronica, e lui replica con un "me la cavo...". A questo punto l'uomo dice: "Esigo che io non venga più seguito" dai mass media, e aggiunge di non avere paura della gente e della reazione della comunità: "La gente si renderà conto della verità. Lasciatemi in pace perché non ho nulla a che vedere con questa storia, questo è palese...".  

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