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Il Corriere tace, Polito twitta: "Libero, che scoop su Fini"

Antonio Polito

Mentre il quotidiano di via Solferino sullo scandalo scorta mantiene il basso profilo, l'editorialista ex Riformista ammette sul web: "Belpietro ha fatto un gran colpo"

Giulio Bucchi
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di Tommaso Montesano Chissà quanto dovranno aspettare, i lettori di Antonio Polito, per leggere le opinioni del loro editorialista preferito sul “caso Fini” sul Corriere della Sera. Ovvero il quotidiano sul quale scrive, dopo l'addio alla direzione del Riformista, il giornalista campano nonché ex senatore della Margherita dal 2006 al 2008. Per adesso i lettori di Polito devono accontentarsi di Twitter, il social network che va per la maggiore. Ed è proprio scorrendo il profilo dell'editorialista del Corriere che si scopre che da Ferragosto Polito sulla vicenda della scorta del presidente della Camera alloggiata per tutta l'estate ad Orbetello la pensa proprio come Libero.  Sull'argomento, Polito inizia a “twittare” il 15 agosto. Quando la polemica tra il nostro quotidiano, Fini e i suoi fedelissimi ha già raggiunto il livello di guardia. Con lo stato maggiore di Futuro e libertà, Italo Bocchino in testa, che vede nell'inchiesta di Libero  la prova del ritorno all'opera della famigerata “macchina del fango”. «Ma come può funzionare la macchina del fango a Orbetello di agosto?», scrive Polito a Ferragosto, «al massimo sarà una macchina della sabbia».  Il resto è storia di ieri. A partire dalla lettera a Repubblica con la quale Fini, dopo aver annunciato l'intenzione di portare Libero in tribunale, chiede al ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, di attivarsi per consentirgli «di non godere più di un “privilegio legale”». «Non ho capito perché se era solo fango di Belpietro ora Fini vuole ridursi la scorta». Un'ora dopo, Polito sente l'esigenza di chiarire il proprio pensiero: «Voglio dire: non è che se Belpietro scova le magagne è fango, se le scova Padellaro (Antonio, il direttore del Fatto Quotidiano, ndr) è giornalismo». Non fa una piega.  

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