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Il sindaco Pisapiasa l'arabo e il cinesema non il milanese

Dal Comune campagna bilingue a Chinatown e saluti al ramadan. Ma strafalcioni sui poster del festival Mi-To

Matteo Legnani
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Disputa dialettale, a Milano, tra la Lega Nord e il sindaco Giuliano Pisapia. Oggetto del contendere, i poster affissi in giro per la città per pubblicizzare la sesta edizione del festival musicale "Mi-To", che si svolgerà tra Milano e Torino dal 5 al 22 settembre. Accade, infatti, che lo slogan reciti: Con Brahms, Musorgskij e Ravel, al Palasport tutt cos l'è bell". E il leghista Alessandro Morelli va all'attacco delo strafalcione: "Il sindaco vada a corsi di dialetto. Se i manifesti fossero stati in arabo o in cinese, icuramente sarebbero stati corretti. Ma oltre che di rom, ramadan e comunità cinese, il Comune dovrebbe prestare più attenzione ai milanesi. Il riferimento padano è alla recente partecipazione dell'assessore Cristina Tajani alla giornata di chiusura del mese sacro musulmano all'Arena e ad alcuni cartelli apparsi anche in lingia cinese nelle strade cittadine. Ma dal "MiTo" rispondono per le rime: "Fa piacere - spiegano gli organizzatori in una nota - che il leghista Alessandro Morelli voglia darci una mano per far crescere l'amore per il dialetto milanese. E ogni occasione è buona per aprire una pagina del Porta e fare confronti con le grafie. Lui, che aveva una certa pratica col dialetto, in due righe usava una volta "tutt" e una volta "tucc".

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