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Fini pronto al "sacrificio": "Forse si dimette a settembre"

Il presidente della Camera Gianfranco Fini

Il finiano Granata a La Zanzara: "E' il nostro leader e la presidenza della Camera lo limita". Lo aveva promesso da un anno, lascerebbe con una manciata di mesi d'anticipo. Ci credete?

Giulio Bucchi
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Gianfranco Fini magari lo farà passare come un sacrificio sull'altare del suo partito, Futuro e Libertà, e del bene dell'Italia tutta. Sta di fatto che, forse, ci siamo quasi: il presidente della Camera potrebbe dimettersi e lasciare dopo l'estate lo scranno di Montecitorio su cui si era seduto per volontà dell'allora maggioranza Pdl-Lega, nel 2008, e su cui è rimasto dopo aver picconato quella stessa coalizione (dicembre 2010, sfiducia mancata) e aver dribblato i problemi di etica (la casa di Montecarlo regalato al cognato Giancarlo Tulliani pur se eredità della vecchia Alleanza Nazionale) e di parola data. "Lascerò quando lascerà anche Silvio Berlusconi", aveva giurato. Il Cav è andato a casa lo scorso novembre e ancora si attende il passo indietro di Gianfranco. L'indiscrezione - Ma non per molto, lascia intendere Fabio Granata, deputato di Fli e finiano della prima ora. Intervistato da La Zanzara, Granata parla del ruolo del capo e spiega:  "Nei giorni scorsi - spiega a Radio 24 - ho scritto in un tweet di 'impedimenti istituzionali'. Non dico che Fini deve dimettersi, ma è chiaro che l'incarico istituzionale lo blocca. Deve tornare in campo con un ruolo centrale, essere lui a guidare l'innovazione, non Casini. A settembre deve valutare l'ipotesi delle dimissioni da presidente della Camera". Più che per la faccia, Fini deve farlo per la famiglia, cioè il partito. "Il mio leader è Fini - sottolinea un accorato Granata - e comunque non c'è bisogno di un nuovo partito, bastano quelli che ci sono che fanno un'alleanza. Io non sono nato democristiano e non voglio morire democristiano". Detto che con il Pdl attuale per Fli non c'è futuro ("Noi siamo incompatibili con le logiche del vecchio centrodestra. A Palermo se ci dovesse essere un ballottaggio tra Costa (candidato di Pdl e Udc, dopo essere stato scelto in un primo momento proprio dal Terzo Polo, ndr) e Orlando (Idv, ndr), voterei per Orlando, senza dubbi. E lo stesso vale per Ferrandelli (Pd, ndr). In ogni caso mai con Massimo Costa". Fini, dunque, si prepari alla campagna elettorale. Lasciare giusto qualche mese prima della scadenza naturale non sarà poi tutto questo sacrificio.

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