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Di chi è il cardinal Martini?Appartiene solo al buon senso

Il problema è il solito: a destra, quando non riconoscono qualcosa, per non sbagliare lo sbattono a sinistra

Andrea Tempestini
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di Filippo Facci Scusate se dissento dal coro delle voci nere: quelle, cioè, che hanno dipinto di rosso la bara del Cardinal Martini in quanto «confondeva la fede con la politica». Vien voglia di osservare che la destra culturale, ogni tanto, nelle catacombe potrebbe anche tornarci: così, a farci un giro, tanto per ricordare che la luce occorre meritarsela. Nei tardi Anni Ottanta il Cardinale si occupò senz'altro di politica, e il suo ruolo nella santabarbara milanese fu probabilmente più strategico di qualsivoglia Cia o Fbi: poi però se ne andò a Gerusalemme, mica a occupare le colonne dei quotidiani come ha fatto certa Chiesa che si è impicciata praticamente di tutto. Ecco perché descrivere Martini come se i 150mila delle sue esequie fossero tutti gay o «laicisti» pare un po' troppo. Certe «idee» del Cardinal Martini, oggi, appartengono solo al buonsenso della maggior parte degli italiani di destra e di sinistra: deprivate, tuttavia, di quella sciatteria stracciona da preti arruffapopolo che loro sì, sono «de sinistra», in antitesi coi porporati che a destra piacciono soltanto dall'Opus Dei in su. Il problema è il solito: a destra, quando non riconoscono qualcosa, per non sbagliare lo sbattono a sinistra. Perché non conoscono la destra, non conoscono la sinistra, non conoscono il Paese. Si orientano ancora con mappe disegnate al buio.

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