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Il poliziotto confessa: "Al 30% di noi la paga non basta. Per campare facciamo anche i muratori"

Intervistato da Libero: "Chi nelle Forze dell'ordine ha bisogno di soldi fa un doppio lavoro e così va di pattuglia sfinito"

Giulio Bucchi
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  di Salvatore Garzillo «Il 30 per cento dei dipendenti pubblici impiegati nelle forze dell'ordine hanno un doppio lavoro in nero. Parliamo di finanzieri, poliziotti, carabinieri, con una media di tre persone su dieci. Un esercito». A parlare è Massimiliano Acerra, dirigente nazionale e responsabile dell'ufficio studi del sindacato di polizia Coisp, da anni attento al fenomeno che negli ultimi tempi, per colpa della crisi, sta raggiungendo dimensioni preoccupanti.  «Non si arriva più a fine mese e bisogna in qualche modo arrotondare lo stipendio. Talvolta la percentuale raggiunge picchi del 50 per cento, e ci sono anche differenze tra Nord e Sud…». Ci lasci indovinare, al Sud è più diffuso il doppio lavoro in nero. «Sbagliato, è il contrario, sebbene anche nel meridione sia un fenomeno massiccio. Sfatiamo un mito: al Sud le amministrazioni sono molto chiuse e così il dipendente è costretto a nascondere tutto, cosa che invece accade meno al Nord». Significa che c'è ostentazione?  «No, ma c'è maggiore comprensione. Nelle caserme le voci girano, tutti sanno tutto ma vige la regola della tolleranza. Anche dei capi. E quando salta fuori il caso, regna l'omertà».   Leggi l'intervista integrale di Salvatore Garzillo su Libero in edicola oggi, venerdì 21 dicembre    

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