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Fiorito torna a casa Concessi i domiciliari

L'ex capogruppo del Pdl era in carcere dal 9 ottobre per aver sottratto un milione e 300mila euro al partito

Eliana Giusto
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E' già agli arresti domiciliari Franco Fiorito, l'ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio accusato di peculato per l'ammanco di oltre un milione e 300mila euro. A concederli è stato il gip Stefano Aprile. "Er Batman" era rinchiuso nel carcere romano di Regina Coeli dal 2 ottobre scorso. Il giudice, nel concedere i domiciliari, ha accolto una richiesta della difesa. L'ex capogruppo del Pdl, per l'appropriazione dei fondi destinati al suo gruppo consiliare, è in attesa di processo, già fissato per il 19 marzo prossimo assieme ai due ex segretari del Pdl alla Pisana, Bruno Galassi e Pierluigi Boschi.  Il precedente - In precedenza, lo scorso 12 ottobre, lo stesso Gip e il Tribunale del Riesame avevano negato a Fiorito la scarcerazione. La decisione, motivata dal rischio di fuga all'estero, era arrivata dopo che si scoprì che Fiorito aveva cercato di far sparire parte delle fatture su cui indagavano le Fiamme Gialle mettendole in un tritacarte. Nell'ordinanza del gip di Roma che portò in cella l'ex capogruppo Pdl, si poteva leggere che l'ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio avrebbe ordinato ben 193 i bonifici, per 1 milione e 380 mila di euro: tutti soldi finiti sui suoi conti correnti, in parte all'estero.  Gli scandali - Impressionanti le cifre del "biennio fiorito": in 24 mesi avrebbe movimentato 6 milioni di euro. Inoltre, sostenendo che fosse suo diritto farlo, Er Batman aveva triplicato la propria disponibilità di fondi in base al cumulo delle cariche; percepiva 300mila euro l'anno, oltre lo stipendio, perchè capogruppo e presidente commissione. Fecero inoltre scandalo gli acquisti con i fondi del partito: la caldaia per la villa al Circeo, un Suv per fronteggiare la nevicata dai febbraio 2012 e, tra le altre, un 4x4. La decisione - Ora il giudice ha applicato una misura cautelare più morbida perché sono venuti meno il pericolo di inquinamento probatorio e quello di reiterazione del reato, tenuto anche conto che la procura di Roma ha da tempo completato questo filone di indagine. Fiorito, poi, ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato (che in caso di condanna comporta lo sconto di pena pari a un terzo) e così dovrà comparire davanti al gup in una data diversa da quella (del 19 marzo) fissata per il giudizio immediato, assieme ai due coimputati, Bruno Galassi e Pierluigi Boschi (ex capi della segreteria) che, invece, hanno optato per il patteggiamento di pena.

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