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Processo Meredith, pubblicate le motivazioni della sentenza: "Il movente è l'umiliazione"

Serena Cirini
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Meredith Kercher fu uccisa in seguito a una lite. Nell'omicidio della giovane ragazza inglese, morta a Perugia la notte del primo novembre 2007, il sesso non c'entra nulla. È quanto scrive la Corte d'assise d'appello di Firenze nelle motivazioni della condanna a 25 e 26 anni di carcere per Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Quella sera - secondo quanto riferito dai giudici - le due coinquiline avevano discusso con una certa violenza: tra loro vi era "una progressiva aggressività". A seguito di quella discussione, stando alla ricostruzione dei pm, Rudy Guede (condannato con rito abbreviato a 16 anni) avrebbe usato violenza sessuale sulla ragazza inglese. Esclusa, dunque, la pista sessuale: "Non è credibile che fra i quattro ragazzi fosse iniziata un'attività sessuale di gruppo". L'obiettivo sarebbe stato piuttosto quello d'infliggere alla giovane Mez un'umiliazione: un castigo, eseguito da Rudy ma concordato da tutti e tre, pianificato con l'obiettivo di punirla per la lite con la studentessa di Seattle. I giudici, inoltre, sottolineano come i tre condannati siano "ugualmente responsabili" per l'assassinio di Mez. "L'aggressione della ragazza inglese fu simultanea e posta in essere da tutti e trei correi - si legge nelle motivazioni della sentenza- i quali collaborarono tutti per il fine che si erano proposti: immobilizzare Meredith Kercher ed usarle violenza".  Per quanto riguarda le circostanze dell'omicidio, La Corte ritiene che fu Amanda a infliggere a Meredith il colpo di grazia, ferendola alla gola: "Si ritiene che l'arma che produsse la ferita nella parte destra del collo fosse impugnata da Raffaele Sollecito e l'altra lama - si legge ancora nelle motivazioni - quella che produsse la ferita estesa sulla parte sinistra del collo [...] e che provocò la morte di Meredith Kercher sia stata da impugnata da Amanda Marie Knox. Si tratta del coltello sequestrato all'interno dell'abitazione di Raffaele Sollecito". Amanda Knonx, dopo che i suoi avvocati le hanno inviato le ragioni della sentenza, ha reagisto così: "Sono innocente. Non capisco, non capisco proprio come questo processo possa andare ancora avanti. Rudy Guede è l'assassino di Meredith, e non ci sono prove che dimostrino la mia partecipazione a questo terribile crimine. Gli esperti hanno concluso che il mio Dna non è stato trovato da nessuna parte, mentre quello del vero omicida, Rudy Guede, è stato individuato ovunque, anche sul corpo di Meredith. Questo rigetta la teoria dell'aggressione multipla contenuta nelle motivazioni". 

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