Scambi di embrioni a Roma, i genitori biologici: "Appena nati ce li devono restituire". L'altra coppia: "Sono nostri, andremo in tribunale"
"I veri genitori siamo noi, gli unici. I bambini devono avere il nostro cognome fin da subito, appena nati". "No, i bambini sono nostri figli, li alleveremo noi e non abbiamo intenzione di dividerli con nessuno". Le due coppie di genitori coinvolte nel drammatico errore medico dell'ospedale Pertini di Roma, con lo scambio di embrioni avvenuto lo scorso dicembre, continuano a darsi battaglia a mezzo stampa. Tutelati dall'anonimato, spiegano le proprie opposte ragioni ai quotidiani. Mamma e papà biologici: "Ridateceli" - Al Corriere della Sera, i genitori biologici dei due gemellini annunciano che non appena i piccoli verranno alla luce scatterà la guerra legale: "Andremo all'anagrafe per segnarli come nostri. Ce li dovranno restituire". "Ricorreremo a un tribunale per tutelare i diritti dei nostri figli. Non avremmo voluto. Siamo delusi e stanchi della mancanza di responsabilità dimostrata a tutti i livelli fino ad oggi - dicono mamma e papà -. La felicità che spettava a noi è toccata ad altri. Quei due signori si sono comportati in modo irresponsabile. Spariti, non hanno mai risposto ai nostri appelli. Magari avremmo potuto trovare una soluzione. Comprendiamo il loro stato d'animo. Sappiamo però che essere madre e padre significa preoccuparsi di tutelare prima di tutto i bambini. Sfuggire agli appelli e portarci ad uno scontro inevitabile vuole dire non fare il bene di nessuno". Nel ricorso d'urgenza, i due genitori biologici chiedono ai giudici di ordinare che la coppia che ha ricevuto gli embrioni sbagliati fornisca "tutte le informazioni sullo stato di salute dei nascituri nonché dove e quando avverrà il parto affinché i ricorrenti possano formare l'atto di nascita dal quale risultino come genitori". Ulteriore richiesta, pesantissima, è che al momento della nascita i "neonati dovranno essere consegnati ai genitori genetici. Abbiamo chiesto ai giudici di diffidare chiunque dal formare l'atto di nascita". "No, i genitori veri siamo noi" - I due genitori "rivali" replicano su Stampa e Repubblica. "Nutriamo un sentimento di sincero dispiacere per l'altra coppia - spiega il marito della donna che sta portando avanti la gravidanza -. Ma, dopo l'imperdonabile errore commesso dall'ospedale, non potevamo certo rinnegare quelle due creaturine nel grembo di mia moglie. E' lei la vera madre. E' lei a nutrirli attraverso il cordone ombelicale. E io sono il padre che già li coccola sin dal primo momento". Sul conflitto legale che si prospetta, l'uomo professa ottimismo: "E' necessaria una pratica di riconoscimento della paternità. E per quello ci batteremo in tribunale. Ora voglio solo pensare alla salvaguardia dei bambini. Il vuoto legislativo in materia è dalla nostra parte. Noi eravamo disponibili ad incontrare l'altra coppia, ma alla nostra richiesta di conoscere il motivo del confronto si sono negati". "Abbiamo fiducia nel diritto naturale - prosegue la coppia su Repubblica, - si deve apprezzare il grande coraggio e la coerenza di una madre che ha scelto di dare la vita piuttosto che farsi coinvolgere in un procedimento giudiziario".