Giorgio Napolitano va al cinema a vedere il film di Zoro "Arence e martello" piuttosto che sentire Renzi
Piuttosto che sentire il discorso di chiusura tenuto da Matteo Renzi alla Festa nazionale del Pd trasmesso in diretta da Bologna, Giorgio Napolitano ha preferito andare al cinema. Alle 16, accompagnato dalla signora Clio, si sono presentati al botteghino del Quattro Fontane di Roma e, dopo aver pagato il biglietto da 8 euro si sono accomodati in sale per assistere alla proiezione del nuovo film Diego Bianchi in arte "Zoro". La scelta di "Arance e martello", presentato venerdì scorso alla Mostra del Cinema di Venezia, appare molto significativa. La pellicola racconta di un gruppo di attivisti della sezione del Pd di via Orvieto, nel quartiere San Giovanni a Roma, che vuole contribuire alla raccolta di dieci milioni di firme per far dimettere Silvio Berlusconi, e piazza il suo banchetto accanto al banco del pesce del mercato rionale. Quando la radio del quartiere dà la notizia che l'amministrazione locale vuole chiudere il mercato, i commercianti si rivolgono alla sezione perché appoggi la loro protesta. Ma arrivare ad una sinergia non è semplice: servono le consultazioni, il voto, il benestare del partito. La tensione monta, e tutti litigano per difendere i propri interessi e i propri punti di vista. Non si conosce il giudizio del Presidente della Repubblica sul film di Zoro, ma chi c'era sostiene che abbia sorriso alla scena a lui dedicata: l'immagine di Napolitano affissa alla parete del circolo del Pd Appio, spunto per la battuta salace di uno degli attori.