Isis, ecco come l'Italia ha pagato 6 milioni di euro per liberare Motka
Pagare i riscatti ai tagliagole spesso equivale ad una sorta di finanziamento indiretto per la rete del terrore. Più volte su Libero, il direttore Maurizio Belpietro ha affermato che con i jihadisti deve prevalere la linea della fermezza senza cedere ai ricatti e soprattutto agli esosi riscatti per gli ostaggi. Cosa che non sempre lo Stato italiano ha fatto. Come racconta Panorama, per liberare lo scorso maggio il cooperante Federico Motka, il governo ha versato un riscatto enorme agli assassini dei due giornalisti americani, James Foley e Steven Sotloff. Con un'operazione segreta che probabilmente è passata dalla Turchia. L'Inghilterra e gli Stati Uniti, basta vedere il caso Foley, hanno sempre usato il pugno duro con i rapitori e difficilmente hanno aperto le casse per liberare gli ostaggi. Il caso Motka - In Italia la musica è diversa e scherzo del destino i soldi per la liberazione di Motka sono finiti dritti nelle tasche dei jihadisti. Quando un cittadino italiano viene rapito all'estero, l'Unità di crisi della Farnesina attiva immediatamente i consulenti dell'ambasciata più vicina al luogo in cui è avvenuto il sequestro. Dal momento della segnalazione del rapimento di Motka, gli uomini dell'Aise, l'Agenzia informazioni e sicurezza esterna, l'ex Sismi, hanno attivato i contatti con fonti e informatori locali per scoprire le modalità del sequestro e le richieste dei rapitori. I servizi italiani hanno chiesto aiuto al servizio segreto turco per il pagamento del riscatto. Sono stati gli stessi uomini dell'intelligence turca, come racconta Panorama, a consegnare materialmente i contanti in cambio dell'ostaggio italiano, come già avvenuto per Domenico Quirico. Quanto abbiamo pagato - Per la liberazione di Motka i servizi hanno stanziato dal budget coperto dal segreto di Stato, i 6 milioni di euro. Soldi che dalla Banca d'Italia sono passati per conto riservato nelle disponibilità dei governativi fino alla consegna agli intermediari turchi. Va detto che l'operazione è del tutto lecita. Alla voce "spese riservate" del bilancio Aise, permette lo stanziamento straordinario di ingenti quantità di denaro, utilizzati per la sicurezza dei cittadini all'estero. Così grazie ai turchi del Mit il denaro ha varcato il confine ed è arrivato nelle tasche dei miliziani che detenevano Motka. Soldi che poi probabilmente sono serviti per incrementare la follia omicida dell'Isis.