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Yara, i Ris: "Non è possibile una diagnosi certa sulle tracce di dna trovate sui vestiti della ragazza"

Ignazio Stagno
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Sul caso Yara arriva un inaspettato colpo di scena. I Ris di Parma mettono in discussione la prova principe che tiene in carcere Massimo Bossetti: il Dna di "Ignoto 1". Secondo la perizia degli investigatori, citata anche dai legali di Bossetti nell'istanza di scarcerazione (poi rigettata) sarebbe "impossibile diagnosi certa sulle tracce Dna sui vestiti di Yara". Una perizia quella dei Ris che potrebbe avere delle ripercussioni sulla sorte di Massimo Bossetti, il principale indiziato per l'assassinio di Yara.  Le tracce - "Una logica prettamente scientifica che tenga conto dei non pochi parametri che si è tentato di sviscerare in questa sede non consente di diagnosticare in maniera inequivoca le tracce lasciate da Ignoto 1 sui vestiti di Yara". È questa dunque una delle conclusioni presenti nella relazioni del Ris di Parma su cui poggia l'istanza di scarcerazione, rigettata dal gip di Bergamo, dei legali di Bossetti. La perizia - Nel dettaglio nella relazione si afferma come "pare quantomeno discutibile come ad una eventuale degradazione proteica della traccia non sia corrisposta una analoga degradazione del Dna", si ricorda inoltre come "lo studio analitico dei reperti oggetto della presente indagine è stato reso particolarmente difficile dal cattivo stato di conservazione degli stessi e dalla oggettiva complessità dei susseguenti esiti di laboratorio, non sempre ben interpretabili in ragione dell'elevato livello di degradazione biologica delle tracce presenti". L'esposizione del corpo - L'esposizione prolungata del corpo di Yara alle intemperie­ per tre mesi circa, il suo corpo fu trovato in un campo di Chignolo d'Isola il 26 febbraio 2011, "ha indubbiamente procurato un dilavamento delle tracce biologiche in origine certamente presenti sui suoi indumenti riducendone enormemente la quantità, compromettendone la conservazione e modificandone morfologia e cromaticità, tutto a svantaggio di una corretta interpretazione delle evidenze residuate", si legge nella relazione degli esperti.

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