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De Magistris: "La città è con me". Ecco come pensa di salvarsi

Nicoletta Orlandi Posti
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Un ringraziamento alla sua maggioranza, «che ha dato prova di grande maturità» con il voto favorevole al bilancio di previsione del Comune, e a «Putin e Obama, che con il Santo Padre e il comandante della Nato sono tra i pochi che non sono intervenuti sulla mia vicenda». Con una battuta il sindaco di Napoli Luigi de Magistris è tornato sulla sua condanna nel processo Why not e le invocazioni di dimissioni arrivate da più parti, nel corso del suo intervento al termine del Consiglio comunale che ha approvato il bilancio previsionale 2014, dopo «24 ore di lavoro e per me due notti quasi insonni». Da magistrato, ha detto de Magistris, «ho avuto il primato del maggior numero di interrogazioni parlamentari trasversali. Se faccio così pena, mi chiedevo allora, perché tutto questo interesse? E con un parallelismo mi chiedo oggi, se a Napoli siamo così insignificanti, negativi e scadenti come ci descrivono, perché tutta questa attenzione? Vuoi vedere che tra tanti errori e manchevolezze qualcosa in città la stiamo cambiando?». L'attacco a Renzi - «Nell'ultimo anno si sono susseguiti attacchi violenti, brutti e malcelati, dalla decisione discutibile della Corte dei Conti della Campania sul piano di riequilibrio al commissariamento del San Carlo, al tentativo di farci cadere sul consuntivo e ora al commissariamento strisciante di Bagnoli. Credo che rappresentanti di interessi non solo politici ma anche affaristici e finanche criminali stiano cercando -ha accusato de Magistris- di portare l'assalto finale a un'esperienza democratica, cercando di circondarla e commissariarla». «Dispiace - ha aggiunto de Magistris - che uno degli attacchi più forti e scorretti dal punto di vista costituzionale e più democraticamente negativi e autoritari l'abbia sferrato proprio il presidente del Consiglio del nostro Paese, che è anche un ex sindaco, su Bagnoli». Alla luce del voto favorevole al bilancio previsionale, arrivato al  termine di una seduta di Consiglio comunale durata l'intera notte, de Magistris ha quindi parlato di «giornata molto importante», ringraziando «l'opposizione di destra e centrodestra dalla quale non ho percepito un'animosità che si sarebbero potuti concedere e dimostrando grande correttezza umana» e la maggioranza «che ha dato prova di compattezza e maturità politica». L'idea di Giggino - Da parte sua il prefetto di Napoli Francesco Antonio Musolino attende le carte dal Tribunale di Roma. Solo quando il fascicolo sarà sulla sua scrivania deciderà se sospedere il sindaco De Magistris. Ma soprattutto quando. La mancata trasmissione della sentenza, spiega Paolo Bufi sul Corriere della Sera, che a questo punto slitterà sicuramente alla prossima settimana dà al prefetto la possibilità di decidere quando i toni si saranno abbassati. Anche perché il messaggio che gli ha mandato in maniera neanche troppo velata De Magistris è indicativo della strada che si prepara a percorrere il sindaco. «Innanzitutto la sospensione si può impugnare, si può fare ricorso. E comunque vedremo se sarò sospeso. E se sarò sospeso, vedremo quando sarò sospeso. Vedremo se qualcuno si prenderà la responsabilità di una sospensione lampo». Un qualcuno che può essere solo il prefetto. De Magistris, dunque, punta alla dilatazione dei tempi sperando che si allunghino abbastanza da far maturare la prescrizione in modo da uscire sicuramente pulito all'Appello. O ancora: potrebbe continuare a fare il ribelle con addosso la sua fascia tricolore per poi dimettersi in tempo per evitare la sospensione ed essere quindi ricandidabile.

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