E' nata la dichiarazione italiana dei diritti di Internet: da oggi è online
Alle 14 di oggi, sul sito della Camera, è stata pubblicata la prima bozza pubblica della Dichiarazione italiana dei diritti di Internet. Il documento è frutto di una commissione ad hoc, presieduta da Stefano Rodotà, ed è nato dal presupposto che il Web è un nuovo spazio pubblico, con caratteristiche proprie specifiche e bisognoso, pertanto, di tutele specifiche. Diritti adeguati alla Rete - Il primo articolo dice che in Rete sono garantiti tutti i diritti già riconosciuti dalle leggi, dalle costituzioni e dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea: diritti che tuttavia vanno anche interpretati per essere adeguati alla natura specifica della rete. E' stata quindi selezionata una gamma aggiuntiva di diritti e principi, tra cui possono essere distinti quelli basilari e necessari a garantire un accesso adeguato alla rete, e dall'altra parte, i diritti che servono a proteggere la nostra vita nel Web dagli abusi di potere, a livello sia pubblico che privato. Viene assicurata anche una copertura a banda larga su tutta la popolazione, assieme ad una neutralità della rete da discriminazioni di qualsiasi tipo. "Ogni persona ha il diritto che i dati che trasmette e riceve in Internet non subiscano discriminazioni, restrizioni o interferenze in relazione al mittente, ricevente, tipo o contenuto dei dati, dispositivo utilizzato, applicazioni o, in generale, legittime scelte delle persone". Gli obiettivi - Un altro punto innovativo è l'autodeterminazione informativa, ossia il diritto a mantenere un controllo sui nostri dati personali online. Secondo il documento che sarà presentato domani, solo grazie ad autorità nazionali e sovranazionali sarà possibile far rispettare i diritti dei cittadini sulla rete, e in chiusura si ribadisce: "Internet richiede regole conformi alla sua dimensione universale e sovranazionale, volte alla piena attuazione dei principi e diritti prima indicati, per garantire il suo carattere aperto e democratico, impedire ogni forma di discriminazione e evitare che la sua disciplina dipenda dal potere esercitato da soggetti dotati di maggiore forza economica". La bozza resterà quattro mesi in consultazione pubblica e poi potrà essere usata per ispirare proposte di legge in Italia e in Europa.