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La nota dei carabinieri al Sismi: "Paolo Borsellino è in pericolo di vita"

Ignazio Stagno
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"Il procuratore aggiunto di Palermo, Paolo Borsellino è in pericolo di vita". L'informativa dei servizi del 20 giugno 1992 che annunciava possibili attentati per Giorgio Napolitano e Spadolini conteneva anche un allarme ben più preciso per Borsellino. La nota per il magistrato arrivava dal comandante generale dell'Arme dei carabinieri e ora è stata depositata agli atti del processo sulla trattativa Stato-Mafia. Il documento viene giudicato dai magistrati di Palermo di "estrema importanza" perché certifica che a quella data, un mese dopo la strage di Capaci in cui era stato ucciso Giovanni Falcone, e un mese prima di quella di via D'Amelio, c'erano precisi segnali sul successivo bersaglio di Cosa nostra. "Borsellino rischia la vita" - "Il procuratore Borsellino correrebbe seri pericoli per la sua incolumità a causa delle ultime inchieste sulla mafia trapanese che, fortemente colpita dai recenti successi investigativi, ha di molto ridotto la propria credibilità in seno ai vertici dell'organizzazione", si legge nella nota. Non solo. In quello stesso appunto si ribadisce che erano a rischio anche i politici siciliani Calogero Mannino e Salvo Andò, già segnalati nelle informative successive all'omicidio di Salvo Lima. Infine il generale  Antonio Viesti al direttore del Sismi scriveva: "Nel quadro dell'attività informativa finalizzata a chiarificare le attuali direttrici operative di Cosa Nostra, sono state acquisite da più fonti fiduciarie notizie circa l'intendimento dei vertici dell'organizzazione criminale di opporsi con determinazione all'attuale azione di contrasto dello Stato, agendo contemporaneamente su due fronti. Con le seguenti finalità: Indurre un clima di grave intimidazione nei confronti di politici, per flemmatizzare l'impegno contro la criminalità, ed eliminare fisicamente alcuni inquirenti evidenziatisi nella recente, proficua attività di repressione".

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