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Ladro ucciso a Vaprio D'Adda, niente sangue in casa e colpo sparato dall'alto

Federica Villa
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Non ci sono né tracce di sangue né di effrazione all'interno della casa di Francesco Sicignano, il pensionato di 65 anni che ha ucciso il ladro albanese entrato nella sua abitazione, a Vaprio D'Adda, per tentare un furto. Scignano, che ha sparato al ladro di 22 anni con la sua pistola, legalmente detenuta, ha sempre sostenuto di aver esploso il colpo dentro casa. Ma sulla sua versione ci sono molti dubbi. Il proiettile, secondo le prime rilevazioni, ha avuto una traiettoria dall'alto verso il basso, compatibile con un colpo sparato dalla cima delle scale verso i gradini sottostanti. Inoltre, gli inquirenti ritengono che il pensionato abbia sparato al ladro non dentro l'abitazione, ma mentre cercava di entrarci e si trovava ancora sulle scale. Ma Sicignano, indagato ora per omicidio volontario, continua a ripetere: "Gli ho sparato dentro casa e poi si è trascinato fuori, sulle scale esterne, ancora vivo". I dubbi - Il cadavere del ladro è stato trovato proprio lì, sulla scala che corre lungo il lato dell'edificio, tra il secondo e il primo piano. Sicignano sostiene che l'albanese, una volta colpito, sarebbe riuscito ad uscire di casa e poi sarebbe crollato sugli scalini. Ma questo significa che il ladro avrebbe dovuto anche uscire dalla finestra della cucina, da dove, sempre secondo il pensionato, sarebbe entrato, facendo rumore e svegliando il padrone di casa. Questo scenario è improbabile: un uomo ferito al petto non sarebbe mai riuscito a uscire da quella finestra e poi a passare su una grondaia e su un terrazzo per raggiungere le scale. E, mentre tutto ancora è nell'incertezza, le indagini balistiche procedono. Solo quelle sapranno dire cosa è successo davvero quella notte. 

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