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Istigazione al suicidio, Banca Etruria perquisita: altra tegola sulla banca

Andrea Tempestini
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La Guardia di Finanza ha avviato una perquisizione nella sede di Civitavecchia di Banca Etruria, nell'ambito dell'inchiesta sul suicidio del pensionato Luigino D'Angelo, avvenuto lo scorso 28 novembre. L'uomo, titolare di obbligazioni della banca, si è tolto la vita nella cittadina laziale dopo aver scoperto l'azzeramento del suo capitale: tutti i suoi risparmi erano andati in fumo. A qualche giorno di distanza dalla morte di D'Angelo, nel suo computer è stata trovata una lettera nella quale si racconta dell'investimento in obbligazioni subordinate della ex Popolare e della successiva richiesta di rivenderle, per rientrare del capitale investito. Una domanda che, secondo il racconto della moglie, non ha mai ricevuto una risposta. Dunque, per fare chiarezza su quei prodotti finanziari il cui rischio era molto elevato, è intervenuta la Procura. Il pm Alessandra D'Amore, titolare dell'inchiesta contro ignoti per istigazione al suicidio, ha richiesto la documentazione bancaria di D'Angelo per accertare se il pensionato fosse a conoscenza dei rischi derivanti dalla sottoscrizione.

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