A Ravenna il Pd vuol cancellare Mussolini dall'albo d'oro della città: così si contrasta il rigurgito neofascista
Quando esponenti del Pd scoprono, con non poco ritardo, che il nome di Benito Mussolini appare nell'albo d'oro del proprio Comune come cittadino onorario, quei dem cominciare a dare di matto. Nel corso del Ventennio fascista la quasi totalità dei Comuni italiani aveva omaggiato il presidente del Consiglio dell'epoca con la cittadinanza onoraria. Tra questi nel 1923 c'è stato anche il comune di Ravenna, guidato da una giunta per forza di cose tutta fascista: "Nello storico primo anniversario della marcia su Roma - scrivevano gli amministratori ravennati dell'epoca - che segnò insuperabile confine a un periodo di nefasto dissolvimento della vita politica economica e morale dell'Italia e iniziò nuova era di romana grandezza che già si afferma infallibile e sicura pur tra ostacoli quotidiani di oscuri nemici interni e le pericolose invidie altrui, la città non dimentica che del grande avvenimento primo artefice fu Benito Mussolini". La questione in Italia è antica, già nel 1944, ricorda Italia Oggi, optarono per la damnatio memoriae città come Napoli, Torino e Firenze. Nel 2014 se ne è discusso anche a Ravenna, ma in consiglio comunale era stato proprio il Pd a bloccare tutto con Andrea Tarroni: "Noi non vogliamo cancellare la nefanda memoria del fascismo e quindi ci teniamo Mussolini". Quel barlume di buonsenso piddino però è durato pochi anni, oggi i Dem hanno cambiato idea e il motivo fa ancora più ridere. Sarebbe necessario cancellare il nome del - defunto - Mussolini per contrastare il rigurgito fascista che starebbe invadendo l'Italia, dai risultati elettorali di Casapound a Ostia, passando per i pestaggi contro il povero Andrea Brumotti di Striscia la notizia.