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Pensioni, la rapina di Di Maio: per dare la pensione agli immigrati tagliano le nostre

Giulio Bucchi
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Uno degli slogan della campagna elettorale che ha fatto guadagnare tanti voti a Matteo Salvini è «Prima gli italiani». Adesso però con la riforma pensioni che Luigi Di Maio ha intenzione di portare avanti quello slogan rischia di essere tradito. A vantaggio di chi? Degli extracomunitari che, da anni, incassano assegni sociali senza mai aver versato un euro di contributo. Il leader dei Cinquestelle ha convinto la Lega a presentare un disegno di legge che mira a ridurre la pensione di coloro che incassano mensilmente oltre i 4mila euro netti. Un atto di equità, sostiene il ministro del Lavoro, per togliere ai cosiddetti ricchi e per dare ai poveri, ovvero aumentare le minime ferme a poco più di 450 euro mensili. Dove starebbe l' equità non si sa, tuttavia il vicepremier pentastellato insiste: tante persone godono di somme non dovute, in quanto hanno beneficiato del metodo retributivo, mentre sarebbe giusto - sempre secondo il Giggino-pensiero - applicare loro il contributivo, come deciso dalla legge Fornero nel 2011 per tutti. Leggi anche: L'indiscrezione sul piano del governo: a chi tagliano la pensione A parte che nel contratto di governo il limite era fissato a 5mila - e già siamo in presenza di un primo tradimento di quel documento diventato sacro per il Movimento e per il Carroccio - va detto che il provvedimento facilmente sarà bocciato da Mattarella o dalla Corte Costituzionale, per un semplice motivo: gran parte delle cosiddette pensioni d' oro, che il ministro del Lavoro ha quantificato in 200mila, sono di ex dipendenti pubblici. I quali, non per colpa loro, non possono risalire ai contributi versati, dato che lo Stato non li ha mai rendicontati. Il 98% degli assegni degli statali è "provvisorio". I privati invece hanno versato. Eccome se hanno versato. Ricongiungimenti - Ammettiamo comunque che Di Maio voglia andare fino in fondo con questo progetto che calpesta i diritti acquisiti. Quanto punta a incassare? Lui sostiene che recupererà un miliardo, le simulazioni invece si fermano a 300-400 milioni. Una cifra simile a un' altra voce di spesa dell' Inps. Quella relativa agli assegni assistenziali pagati a cittadini stranieri che non hanno mai versato un euro di contributo. Secondo i calcoli di Itinerari Previdenziali, il centro studi del professor Alberto Brambilla, in Italia ci sono quasi 55mila persone extracomunitarie con più di 66 anni che serenamente si vedono accreditare dall' istituto guidato da Tito Boeri ogni mese 453 euro. Nella classifica troviamo in cima gli albanesi (oltre 15mila) e i marocchini (10mila). Al terzo posto, molto distanziati, gli ucraini: quasi 3.400. Fra i comunitari invece i primatisti assoluti sono i romeni, a quota 11.161: in totale i cittadini stranieri ma appartenenti alla Ue che portano a casa un assegno sono oltre 16mila. Come hanno fatto questi signori ad avere il diritto alla pensione? Semplice: in base alle leggi dei governi di centro-sinistra di fine anni '90, l' immigrato residente qua può chiedere il ricongiungimento di un familiare. Se quest' ultimo, quando arriva, non è più in età lavorativa può bussare alle casse dell' Inps. Il quale, fatte le verifiche, inizia a inviare bonifici agli anziani stranieri. Il problema è che poi l' ente di Boeri non controlla quasi più. Per cui la nonna o il nonno extracomunitario possono serenamente tornarsene a casa, in Marocco, in Albania o in Perù, dove con 450 euro al mese fanno vite da nababbi. Certo, la legge dice che potrebbero assentarsi dall' Italia solo per 30 giorni. Ma chi verifica? Nessuno. Spesso, basta una delega, e il figlio dell' immigrato anziano può incassare in allegria. Il danno e la beffa - Se Di Maio insiste si arriverà insomma al paradosso: tagliare le pensioni agli italiani per darle agli extracomunitari che, non solo non hanno mai versato un euro di contributo per la collettività, ma pure intascano e salutano il Belpaese con i soldi nostri. Anzi, quelli dei cosiddetti ricchi. Già perché - ricordiamolo - l' Inps sta in piedi grazie a un contributo annuo dello Stato di circa 100 miliardi. Quattrini utilizzati per finanziare ogni forma di assistenza, che derivano dall' Irpef. E metà del gettito Irpef è frutto delle tasse versate dai chi dichiara oltre 50mila euro lordi. E allora, visto che le risorse sono poche, non è meglio privilegiare gli italiani e magari cercare risparmi dagli assegni allegri degli immigrati? di Giuliano Zulin

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