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"Matteo Salvini e la Diciotti, la parola golpe": le inquietanti combinazioni, chi grida al complotto

Giulio Bucchi
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"Oggi comandano tre poteri che non hanno bisogno di voti: il potere economico finanziario sovranazionale, il potere mediatico del mainstream e il potere tecnologico-scientifico". È Alessandro Meluzzi, sul Tempo, a disegnare i contorni di un inquietante cortocircuito italiano. "Per la prima volta da diversi anni, governa una maggioranza parlamentare larghissima dall'ampio consenso. E tutto cambia, rispetto a prima". Leggi anche: "L'unica cosa che può salvare l'Italia dopo la Diciotti" Per questo, spiega lo psicologo ed ex parlamentare di Forza Italia, il rischio è di un colpo di coda di chi si è visto togliere il potere dalle mani in poche settimane. Il caso della Diciotti, con le "strane manovre" della Guardia costiera e poi l'assalto giudiziario al ministro dell'Interno Matteo Salvini, indagato dal pm di Agrigento per sequestro di persona e abuso d'ufficio, secondo Meluzzi è lo specchio di questa guerra sotterranea. "La parola golpe, anche nel suo etimo, non riguarda soltanto caudillos sudamericani o colonnelli greci, né dittatori turchi, ma tutte quelle volte che Entità nella loro complessa ed articolata e spesso invisibile identità entrano in gioco per modificare, incurvare, plasmare, indirizzare la storia dei popoli sovrani al di sopra e al di sotto delle proprie capacità di autogoverno". Questo, conclude con una nota drammatica l'editorialista, "è il momento di una scrupolosissima vigilanza democratica".

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