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Torna il colera a Napoli, l'hanno portato gli immigrati. Ecco l'articolo incriminato di Libero

Cristina Agostini
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«Dopo la miseria ci portano le malattie». Così Libero aveva titolato un anno fa in merito alla triste storia di Sofia, la bambina di Trento ricoverata con tosse e febbre alta e morta un mese dopo di malaria. Sorse un giallo sulle modalità del contagio, avvenuto in ospedale. Chi diceva che una zanzara si fosse infilata in valigia, altri che l' insetto avesse perso l' orientamento e fosse finito misteriosamente dall' Africa alle Alpi. Si parlò anche di una trasfusione di sangue sbagliata. Tesi fantasiose per non ammettere l' evidente verità che Libero denunciò per primo: la piccola contrasse la malattia mortale in corsia perché negli stessi giorni del suo ricovero l' ospedale ospitava anche una famiglia di immigrati dal Burkina Faso trapiantati a Trento, che le trasmise il virus. Gli africani si ammalarono nel loro Paese d' origine, dove si erano recati per le vacanze estive. Libero diventò l' obiettivo dell' indignazione dei benpensanti. Fummo accusati di razzismo per aver detto una banalità, cioè che l' aumento degli extracomunitari, e con essi dei viaggi di andata e ritorno verso Paesi in condizioni sanitarie ottocentesche, sta provocando una significativa ricomparsa in Italia di malattie che ritenevamo debellate da un secolo. Oggi a Napoli la storia si è ripetuta: due stranieri, madre e figlio, residenti nel Casertano ma originari del Bangladesh, si sono ammalati di colera durante un viaggio nella terra natìa e hanno portato l' infezione qui da noi. Grazie a Dio non ci sono morti e nessuno è in pericolo di vita, quindi sono tutti più sereni e si può guardare in faccia alla realtà e descriverla senza isterie o il pericolo di essere accusati di speculare sulle disavventure altrui. Leggi anche: "Colera a Napoli? Tira un ca***...". Insulti a Feltri per Libero, risposta brutale BATTERIO DEL DEGRADO - Sono i primi casi di colera in Italia da dieci anni a questa parte, ma non saranno gli ultimi. Nel resto d' Europa infatti, dove la percentuale di popolazione extracomunitaria è più alta che da noi, si sono già verificate decine di contagi. Il batterio prospera in situazioni di degrado ed è molto raro in condizioni igienico-sanitare normali. Per questo l' avevamo debellato ed è ritornato con l' immigrazione povera dal Terzo Mondo. Per evitare il peggio, e che i casi diventino migliaia, bisogna avere il coraggio della verità, come ha fatto l' ospedale campano Cotugno che ha dato immediata notizia del ricovero. Noi di Libero lo abbiamo sempre fatto, senza pudori. Fino a qualche mese fa, venivamo lapidati in piazza per questo. Dopo il 4 marzo l' aria è cambiata. Con Salvini al Viminale e la Lega al governo si può dire che l' integrazione è un miraggio e parlare dei problemi dell' immigrazione senza sentirsi degli stranieri in patria. Il leader della Lega deve il suo successo anche al fatto di aver liberato gli italiani dalla dittatura del pensiero terzomondista. La sua vittoria sull' immigrazione clandestina è culturale ancora prima che nei fatti. Da anni sentiamo gli alfieri dell' immigrazione che ci dicono che i migranti sono una risorsa e che addirittura il nostro Paese ne avrebbe bisogno in dosi massicce perché essi devono pagarci le pensioni, perché non vogliamo più fare certi lavori, perché altrimenti ci estingueremmo. Ma tutte queste letture tradiscono una visione ideologica, e pertanto depistante, di un fenomeno che invece ha una natura esclusivamente economica. Gli stranieri vengono qui illusi di poter stare bene e inevitabilemente trovano una situazione ben meno accogliente di quella che si aspettavano. Chi non muore in mare o nei lager libici, dove viene comunque torturato e stuprato, fino a ieri era destinato a vivere due anni mantenuto senza far nulla in Italia da cooperative che si arricchivano sulla sua presenza. Oggi, lo aspetta il rimpatrio forzato o il tentativo di sconfinare in Austria e in Francia, Stati che non vogliono nessuno. I più fortunati, vengono sfruttati come schiavi nella raccolta di pomodori, tant' è che l' Onu ha spedito in Italia un inviato per sincerarsi delle condizioni in cui questa massa di disperati vive. PLEBE MULTIETNICA - L' immigrazione che arricchisce e può essere definita una risorsa è quella di qualità. Ingegneri, medici, operai specializzati. Chi però sa far qualcosa, non punta a venire qui ma cerca Paesi ricchi e organizzati, cosa che noi non siamo più. Così ci restano i poveracci, a fare concorrenza ai nostri per le case popolari, i sussidi e, presto, il reddito di cittadinanza. Con i governi che si sono succeduti fino al 4 marzo abbiamo costruito un' immensa plebe multietnica che si scambia disagi, povertà e patologie. Secondo un recente studio della Società Italiana Malattie Tropicali - il suo nome è un ossimoro - il 70% della popolazione carceraria è affetta da una malattia cronica e nelle nostre prigioni il rischio tbc è ai massimi livelli. La situazione sanitaria è precipitata a causa del sovraffollamento, dovuto al costante aumento dei detenuti di origine straniera, ormai oltre il 33%. Quanto questi usciranno, malati, si trasformeranno in untori esattamente come gli immigrati che arrivano da zone sottosviluppate del mondo. di Pietro Senaldi

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