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Antonio Megalizzi, la lezione agli islamici di Toni Capuozzo: "Fosse il mio dio, ribollirei di rabbia"

Gino Coala
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Nella valanga di commenti che ha scatenato la tragica morte di Antonio Megalizzi, ferito gravemente nella strage islamista di Strasburgo, Toni Capuozzo dedica al giovane giornalista scomparso una riflessione come sempre amara, quanto vera, sulle ennesime vittime dell'odio radicale musulmano. In un post su Facebook, il giornalista Mediaset ha scritto: "Ogni morte innocente fa male. Ma quella di Antonio mi colpisce di più. Forse solo perché era un giornalista. Forse solo perché si batteva per realizzare i suoi sogni. Forse perché credeva in qualcosa in cui faccio fatica a credere, le istituzioni europee. Forse perché era di origini calabresi, o perché era cresciuto a Trento. Forse semplicemente per il suo sorriso". Leggi anche: Antonio Megalizzi, il giovane reporter italiano morto nella strage di Strasburgo "Forse - ha aggiunto Capuozzo - perché non è stato solo vittima di un destino oscuro o di un'assurda casualità, ma di un odio fondamentalista allevato a sparare nel mucchio. Vogliono uccidere l'Occidente: chi ? i crociati, i potenti della Terra ? Hanno ucciso le speranze di un ragazzo, un turista thailandese, un profugo afghano.... la diversità del mondo infedele, intollerabile per loro. Non attaccano mai i Palazzi, ma i mercatini di Natale, i concerti, le metropolitane, gli inermi e gli innocenti. Vogliono spargere orrore benedetto dall'invocazione a un Dio feroce (fosse il mio Dio le 22 moschee di Strasburgo ribollirebbero di indignazione e rabbia contro l'appropriazione indebita), spandono solo vigliaccheria e intolleranza. Non saranno sconfitti da fiori e candele e da illusioni, ma dalla loro stessa miserabile arroganza di distributori di morte".

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