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Papa Francesco, l'omelia di Natale: "Uomo vorace, insaziabile e ingordo"

Davide Locano
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Un'omelia che invita alla condivisione, quella di Papa Francesco nella messa della notte di Natale. L'uomo, denuncia il Pontefice, "è diventato avido e vorace. Avere, riempirsi di cose pare a tanti il senso della vita. Un'insaziabile ingordigia" che porta "ai paradossi di oggi, quando pochi banchettano lautamente e troppi non hanno pane per vivere". E spiega che Gesù "lancia un nuovo modello di vita: non divorare e accaparrare, ma condividere e donare". "Betlemme - insiste - è la svolta per cambiare il corso della storia". Ma per andare verso Gesù "la strada, anche oggi, è in salita: va superata la vetta dell'egoismo, non bisogna scivolare nei burroni della mondanità e del consumismo. Voglio arrivare a Betlemme, Signore, perché è lì che mi attendi. E accorgermi che tu, deposto in una mangiatoia, sei il pane della mia vita. Ho bisogno della fragranza tenera del tuo amore per essere, a mia volta, pane spezzato per il mondo". Quindi ancora l'invito a condividere con chi è in difficoltà e l'esortazione a vivere "nell'attesa di Dio e non nella pretesa", a non aspettare Dio "sul divano", come "chi si sente arrivato e non ha bisogno di nulla". Solo andando incontro a Dio, come hanno fatto i pastori con Gesù, non dormendo ma rischiando, si può cogliere l'essenza del messaggio di Natale. "Infatti - sottolinea - i pastori si muovono: 'andarono senza indugio', dice il testo. Non stanno fermi come chi si sente arrivato e non ha bisogno di nulla, ma vanno, lasciano il gregge incustodito, rischiano per Dio. E dopo aver visto Gesù, pur non essendo esperti nel parlare, vanno ad annunciarlo, tanto che 'tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori'. Attendere svegli, andare, rischiare, raccontare la bellezza: sono gesti di amore".

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