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Come migliorare la salute di 200mila persone: il protocollo che aiuta i dipendenti delle aziende del farmaco

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Davide Locano
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Lavorare sapendo che a casa ci sono figli piccoli, bisognosi di cure e attenzioni, genitori anziani, magari con problemi ben più gravi; quando la salute della famiglia è seriamente compromessa, tra handicap o malattie che implicano spese pesanti e assistenza continua. Lavorare in queste condizioni è difficile, stressante, e spesso e volentieri molto ricade sulle spalle soprattutto delle donne che lavorano. Nell'Europa del Nord, con asili nido, welfare in sostegno alle famiglie, sono una realtà. Molto prosaicamente si guarda anche al rendimento, perché se si e' più tranquilli nella vita personale, anche al lavoro si rende di più. ... Italia siamo ancora molto lontani da questi risultati, ma qualcosa si sta muovendo. Ieri è stato firmato un protocollo d'intesa da Farmindustria, Assogenerici e Società Italiana di Medicina del Lavoro (SIML), un protocollo che ha come oggetto proprio il tentativo di promuovere e migliorare la salute di oltre 200mila persone: i 66 mila dipendenti delle aziende delle farmaco e le loro famiglie. Il protocollo intende scavalcare, per così dire, gli obblighi di legge in materia di sorveglianza sanitaria per la sicurezza nel lavoro. Per diventare un sistema di prevenzione, perché insomma il medico del lavoro non sia relegato al solo lavoro burocratico, ma diventi una specie di consigliere per i lavoratori per come gestire la salute personale e delle proprie famiglie. Il protocollo è stato firmato nel corso dell'evento "Healthcare e Diversity Management - Lavoro e salute nelle imprese del farmaco: la persona al centro", evento annuale, giunto alla quarta edizione, organizzato proprio da Farmindustria e ONDA, che si è svolto a Roma. E visto che domani sarà celebrata ovunque la festa della donna, vale la pena di ricordare che nelle imprese del farmaco rappresentano il 42 per cento degli addetti. E spesso con ruoli importanti nell'organizzazione aziendali: infatti sono il 40 per cento sono dirigenti e quadri. Mentre nella ricerca superano gli uomini, visto che ne rappresentano il 52 per cento. Insomma, anche il farmaco è donna. "Vogliamo offrire strumenti sempre più efficaci e concreti per aumentare la consapevolezza e le conoscenze sulle cure", ha commentato Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, "sia rispetto alla prevenzione che all'assistenza , del resto, molto spesso le donne sono vere e proprie manager della salute". di Caterina Maniaci

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