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Roma, vince la rivolta dei cittadini contro i rom: Virginia Raggi si arrende, dove "piazza" i nomadi

Davide Locano
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Martedì, la protesta contro il campo rom. Protesta durissima, che ha fatto discutere. I residenti, infatti, si sono opposti all'accoglienza di 70 rom a Torre Maura, quartiere alla periferia est di Roma: cassonetti incendiati, quasi 300 persone in strada, i panini portati ai nomadi dai volontari calpestati. Anche frasi inaccettabili, quali "quei bastar*** devono bruciare". Una rivolta, vero e propria, esplosa intorno alle 15 di ieri, nel momento in cui sul posto erano arrivate le auto del servizio del Comune: subito è scattato il passaparola, le persone sono scese in strada, obiettivo impedire l'arrivo dei nomadi nella struttura che fino a poco tempo fa ospitava gli immigrati nel percorso Sprar. In piazza anche CasaPound, Forza Nuova e Azione Frontale Protesta dura, durissima, che ha ottenuto un risultato: il Campdioglio si è arreso, decidendo di ricollocare i 70 rom in altre zone di Roma. I 70 rom erano stati "assegnati" alla struttura di Torre Muria dopo la chiusura di un altro centro di accoglienza a Torre Angela. Ma "l'ennesima decisione presa dall'alto" e il "difetto di comunicazione" hanno fatto infuriare i cittadini. Che hanno timori per la sicurezza. "I rom rubano - dice una residente a Repubblica - ho paura che mi entrino in casa, qui abbiamo già tanti problemi". Nel corso della notte, un lungo vertice in Municipio ha portato alla decisione: i 70 nomadi verranno ricollocati in altre strutture di Roma. La decisione è stata del presidente del VI municipio, Roberto Romanella, capo di gabinetti di Virginia Raggi, di Stefano Castiglione e della dirigente dell'Ufficio rom. L'amministrazione comunale assicura che la situazione verrà risolta entro sette giorni, termine dopo il quale potrebbero nunovamente esplodere le proteste dei residenti.

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