Napoli, la camorra ammazza a scuola. Il parroco: "Ferocia davanti a un bimbo di 3 anni"
«Una ferocia davanti a un bimbo 3 anni». Don Modesto Bravaccino, parroco della chiesa di San Giuseppe e Madonna di Lourdes al Rione Villa, nella periferia est di Napoli, commenta così l'omicidio di un uomo di 57 anni avvenuto questa mattina nella periferia est. «Fino a stamattina eravamo fiduciosi che la situazione fosse migliorata, poi un agguato davanti ad un bimbo di tre anni, il nipote della vittima, ci ha fatto capire che la ferocia è aumentata». Padre Bravaccino un anno fa mostrò un proiettile che era finito nel campetto dell'oratorio della sua chiesa, a due passi dal luogo dell'agguato di oggi in via Ravello. «Da quel giorno si è sparato tanto ma non c'era stato nessun omicidio - dice il prete - oggi in piazza c'erano mamme, bimbi che andavano a scuola, anziani che stavano venendo a messa». Il parroco stava pregando nella cappellina quando ha sentito «tantissimi colpi di arma da fuoco», spiega. «Sono uscito e ho visto che c'era una persona a terra e il tutto a pochi metri dalla scuola Vittorino da Feltre». Luigi Mignano, la vittima dell'agguato, e il figlio Pasquale, papà del bimbo di tre anni, stavano accompagnando molto probabilmente con l'auto il piccolo all'asilo. Un anno fa la manifestazione anticamorra promossa da parrocchia, scuola e associazioni, «poi l'incontro con il ministro Salvini, con la Municipalità, con il sindaco - aggiunge don Modesto - Insomma sembrava che le forze dell'ordine avessero assicurato maggiore sicurezza, invece la situazione è peggiorata». Da otto anni alla guida della parrocchia, il sacerdote rimarca che «si è sparato tanto ma non si era mai ammazzato nessuno. La ferocia è aumentata». La chiesa «è l'unico punto di aggregazione del quartiere - dice ancora padre Bravaccino - Se vuoi andare al parco giochi devi venire qui, se vuoi giocare a calcetto devi venire qui perché organizziamo eventi di aggregazione. Oggi invece questo omicidio in un orario in cui i bimbi stavano andando a scuola, questa è pura ferocia», ribadisce. A denunciare l'assenza dello Stato anche la preside Valeria Pirone, che è rimasta tutta la mattinata fuori scuola per aspettare l'uscita dei bambini. «Siamo abbandonati - dice - chiediamo l'Esercito ora». di Giuliana Covella