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"Quanti ne partiranno". Migranti, terrificante voce dalla Libia: l'Italia invasa

Cristina Agostini
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La guerra in Libia con l'intensificarsi dei combattimenti fa crescere il rischio che la catastrofe umanitaria travolga l'Italia perché i profughi cercheranno in tutti i modi di sbarcare nel nostro Paese. L'intelligence, rivela il Corriere della Sera, nei suoi report ora sul tavolo del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e durante l'audizione di fronte al Copasir del direttore dell' Aise - l' agenzia per la sicurezza all' estero - Luciano Carta, parlano della concreta possibilità che ci siano almeno 6.000 migranti pronti a partire, tra cui moltissimi bambini e donne. E poi c'è il rischio terrorismo, perché la guerra civile potrebbe scatenare una nuova offensiva dei gruppi legati all'Isis. Nei dossier infatti si parla della "presenza tuttora massiccia di gruppi presenti nel Paese e direttamente collegati all'Isis, determinati a sfruttare la situazione di caos, pronti a trasformare la Libia nella nuova Siria". Leggi anche: La guerra in Libia può far "saltare" il piano della Lega. Immigrati, il terrore di Salvini (e la sfuriata al Viminale) Con la guerra in corso il controllo del territorio rimane appannaggio della criminalità. Detto questo, è vero anche che se vengono a mancare "aiuti esterni", quindi finanziamenti e mezzi, per i trafficanti di uomini organizzare le partenze diventa complicato ecco perché ora "stanno cercando di organizzarsi nel reperimento di barche e gommoni". La situazione è chiara allo stesso Conte che infatti ha detto di voler "coordinare ogni iniziativa", ergo anche l'arrivo delle navi nei nostri porti. Dall'altra parte Matteo Salvini ha ribadito la "linea dura" ma il ministro sa benissimo che in caso di guerra potrebbe essere inevitabile autorizzare gli sbarchi e organizzare i corridoi umanitari. Ai 6.000 profughi che ora si trovano nei centri e nelle prigioni bisogna poi aggiungere altre migliaia di persone che dal deserto erano pronte per il viaggio verso l'Europa. E di certo a oggi Tripoli non può essere considerato "porto sicuro".  

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