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Matteo Salvini e l'immigrato morto bruciato nella baraccopoli: "Colpa della sinistra, ora ordine e legalità"

Giulio Bucchi
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Un immigrato gambiano di 26 anni ha perso la vita in un incendio divampato la notte scorsa all'interno di un ghetto di Borgo Mezzanone, in provincia di Foggia. Gli inquirenti dovranno accertare se il giovane sia morto nel sonno per i fumi sprigionati nell'incendio o per altre cause. Il gambiano è stato ritrovato carbonizzato nella baracca costituita prevalentemente da lamiere e legno. Leggi anche: "Quello urlava Allah Akbar e loro...". Salvini inchioda Zingaretti: la vergogna Pd "La tragedia - è il duro commento del ministro degli Interni Matteo Salvini - conferma che i grandi insediamenti di stranieri, legali e abusivi, che abbiamo ereditato dalla sinistra erano e sono un problema. Abbiamo il dovere di riportare sicurezza, ordine e legalità continuando con i controlli, gli sgomberi e i progressivi svuotamenti. L'abbiamo fatto a San Ferdinando (dove la baraccopoli abusiva era arrivata a contenere fino a 3mila persone) e stiamo intervenendo a Borgo Mezzanone (ora nel Cara ci sono meno di 150 ospiti, nel 2017 erano circa 1.600 e recentemente abbiamo cominciato ad abbattere l'insediamento abusivo nato nei dintorni dove sono gravitate fino a 4mila persone). Non solo - conclude il leader leghista -. Abbiamo chiuso i grandi centri di accoglienza veneti a Cona e Bagnoli e stiamo azzerando le presenze a Mineo. Andiamo avanti, passando dalle parole ai fatti".

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