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Barbara Held, ora anche la "nonna" di Carola Rackete minaccia l'Italia

Davide Locano
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È ancora sfida aperta fra le Ong e Matteo Salvini. L' Alan Kurdi, nave di una Ong tedesca, dopo aver soccorso 40 migranti, fra cui tre bambini e due donne, al largo della Libia, era intenzionata a far rotta verso Lampedusa. Ma, a stretto giro, è arrivato il divieto di ingresso, transito e sosta nelle acque territoriali italiane per la nave. Il provvedimento, dopo la firma del Viminale, è stato siglato anche dai ministri Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta. E il ministro dell' Interno, ieri mattina, è andato su tutte le furie: «Mi è arrivata una mail che è un ricatto del governo tedesco. Dicono: noi prendiamo quei 30 (quelli sbarcati dalla Gregoretti, ndr) se voi fate sbarcare questi 40. Governo tedesco e Ong tedeschi avvisati, mezzi salvati: se la nave si avvicina all' Italia, viene requisita e ne prenderemo il controllo. Mi sono rotto le palle». Leggi anche: Carola Rackete? Salvini contro lo striscione in Toscana Intanto, altri 52 migranti sono stati salvati da un' altra Ong, la spagnola Open Arms, nel Mediterraneo, come annunciato dal fondatore, Oscar Camps, secondo cui a bordo c' erano anche 16 donne e due bambini. «Ora abbiamo bisogno di un porto sicuro», ha rilanciato. FRONTE CALDO Ma il fronte più caldo di giornata è quello che riguarda Alan Kurdi, che fa capo all' Organizzazione non governativa tedesca Sea Eye. La capo missione, l' anziana Barbara Held, in un video postato su Twitter, ha fatto sapere che, tra i 40 migranti soccorsi mercoledì, c' erano anche tre bimbi, fra cui uno con una cicatrice di dieci centimetri a una spalla, e due donne, di cui una incinta. «Le persone che abbiamo soccorso ci hanno detto che preferiscono essere gettate in mare piuttosto che tornare in Libia. Non lasceremo che succeda», ha sottolineato Held, una sorta di "nonna" di Carola Rackete, anch' essa tedesca. Secca la replica di Salvini. I porti restano e resteranno chiusi. DUE SCAFISTI Anzi, c'è di più: «Nel Mediterraneo ci sono 5 navi Ong in questo momento che vorrebbero entrare in Italia. Se entrano in acque territoriali italiane, le sequestriamo una per una. Vediamo chi si stanca prima», ha detto. E poi ha fatto un affondo contro il governo di Berlino. La disponibilità ad accogliere alcuni dei migranti sbarcati dalla Gregoretti, a patto che l' Italia faccia scendere subito i 40 sulla Alan Kurdi, è «un vero e proprio ricatto. Non siamo il loro campo profughi, non accettiamo ordini e invasioni». Nel frattempo, il Libyan Ingo Forum, piattaforma rappresentante le 16 ong internazionali che lavorano in Libia, ha chiesto ai leader dell' Unione europea di cessare di supportare il sistema di detenzione arbitraria e assicurare la protezione di migliaia di rifugiati e migranti intrappolati in un Paese devastato dalla guerra. Infine, dopo lo sbarco di mercoledì sera della nave Gregoretti della guardia costiera, è arrivata la notizia di due presunti scafisti ventenni, un gambiano e un senegalese, fermati dalla polizia di Ragusa. Secondo i testimoni, il cittadino senegalese avrebbe condotto l' imbarcazione partita dalle coste tunisine, per trarre con altre persone in Libia «ingiusto e ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l' ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari». (M.F.P.)

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