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Alessandria, il tragico presagio del pompiere Antonio Candido: "Quanto vale la nostra vita?"

Emanuele Gibilaro
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Emerge un triste particolare dal profilo Facebook di Antonio Candido, uno dei tre vigili del fuoco deceduti nel rogo di Alessandria. "Quanto vale la nostra vita?", scriveva nel mese di giugno il 32enne di Reggio Calabria per commemorare un collega morto durante un intervento di soccorso. Una sorta di presagio, che fa riflettere sulla condizione dei 34.000 pompieri italiani. Professionisti esemplari, ma al tempo stesso scarsamente tutelati dallo Stato: sottopagati (in media 1.400 euro al mese), disarmati, non dispongono dell'assicurazione Inail sugli incidenti sul lavoro. Leggi anche: Alessandria, cascina esplosa: la pista del dissidio familiare dietro la morte dei tre pompieri Il 19 novembre era già prevista una manifestazione del corpo nazionale dei vigili del fuoco a Roma. Adesso, dopo l'ennesimo decesso sul lavoro, la protesta contro il disfattismo dello Stato avrà più valore. Per ricordare Antonio, Marco Triches, Matteo Gastaldo, i quali, come raccontano parenti e amici, svolgevano il proprio mestiere con serietà, passione e dedizione. Sono "vittime del dovere", per utilizzare le efficaci parole di Salvatore Mulas, capo del dipartimento dei vigili del fuoco.

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