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Buoni pasto, sistema al collasso: i negozianti minacciano di non accettarli più

Cristina Agostini
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Se avete un po' di buoni pasto arretrati, vi conviene usarli. Il sistema, infatti, è al collasso e se non ci sarà una inversione di rotta immediata, quasi tre milioni di dipendenti pubblici e privati potrebbero vedersi negata la possibilità di pagare il pranzo o la spesa con i ticket. Più che un grido d'allarme è una forte presa di posizione quella lanciata dalle associazioni di categoria che rappresentano le imprese della distribuzione e della ristorazione del nostro Paese - Fipe Confcommercio, Federdistribuzione, Ancc Coop, Ancd Conad, Fida e Confesercenti - per la prima volta riunite in un tavolo di lavoro congiunto: senza correttivi urgenti, a partire dalla revisione del codice degli appalti nella pubblica amministrazione, la stagione dei buoni pasto potrebbe essere destinata a concludersi presto. Leggi anche: Tortelloni al prosciutto, scatta il ritiro immediato: rischio microbiologico, il prodotto da evitare A fare il punto della situazione e illustrare le iniziative in programma, sono stati i rappresentanti delle sei categorie, nel corso di una conferenza stampa: l'attuale sistema genera una tassa occulta del 30% sul valore di ogni buono pasto a carico degli esercenti. In pratica, tra commissioni alle società emettitrici e oneri finanziari, i bar, i ristoranti, i supermercati e i centri commerciali perdono 3mila euro ogni 10mila euro di buoni pasto incassati che accettano. 

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