Minori e Tik tok, la nuova sfida social
È ormai sulla bocca di tutti e sul cellulare di oltre un miliardo di persone, con più di 500 milioni di utenti attivi al mese: parliamo di TikTok, l'app lanciata da Zhang Yiming nel settembre del 2016 che ha ormai appassionato giovani e giovanissimi di tutto il mondo. Tra effetti speciali e musiche di tendenza, gli utenti interagiscono e si sfidano a colpi di videoclip. “Una piattaforma che ha sorpreso il mercato – ha commentato la criminologa investigativa Iolanda Ippolito, presidente dell'associazione Forum Lex -, per la sua crescita esponenziale e l'elevato numero di download, con una presenza in oltre 150 Paesi e la traduzione in ben 75 lingue. Con l'avvento di TikTok, abbiamo assistito ad una vera e propria svolta nel mondo dei social: la piattaforma conta su una vasta comunità, rinforzata dalla fusione con Musical.ly, una semplicità di utilizzo ed ampie opportunità per favorire la viralità dei contenuti. Un aspetto, quest'ultimo, che sta ponendo delle sfide ai principali social network e ad Instagram in particolare. Se i video di Instagram, infatti, sono collegati all'account dell'utente che li pubblica ed accessibili ai soli utenti della piattaforma, i video di TikTok, se non modificate le impostazioni predefinite degli account da pubblici a privati, sono accessibili a tutti senza registrazione e facilmente condivisibili su più canali”. “Sono numerosi i rischi che si nascondono dietro questo social – ha aggiunto Ippolito - dai fenomeni di sexting e grooming alle challenge pericolose lanciate dai giovani stessi, come la recente Skullbreaker. Attraverso questa sfida, divenuta virale, due adolescenti ingannano un loro pari a partecipare alle riprese di un video nel quale dovrebbero saltare insieme, ma, al momento del salto, i due tendono uno sgambetto al terzo, facendolo riversare a terra in modo violento”. “Negli incontri che stiamo svolgendo nelle scuole con Forum Lex, attraverso il progetto Secured – ha spiegato il presidente –, constatiamo quotidianamente come i minori ricorrano sempre più al mondo virtule per creare connessioni sociali e soddisfare le loro esigenze comunicative, ignari dei pericoli in cui possono incorrere”. “Ci associamo – ha concluso Ippolito – all'appello che il Garante italiano per la Privacy Antonello Soro ha rivolto Comitato europeo per la protezione dei dati personali sui rischi di TikTok. Risulta sempre più necessario un gruppo di esperti che analizzi ed indaghi sui pericoli di questa piattaforma”.