Dopo l'annuncio della scorsa settimana, Matteo Renzi ha firmato a Palazzo Chigi la direttiva che dispone la declassificazione degli atti relativi ai fatti di Ustica (1980), Peteano (1972), Italicus (1974), Piazza Fontana (1969), Piazza della Loggia (1974), Gioia Tauro (1970), stazione di Bologna (1980), Rapido 904 (1984). La firma è arrivata alla presenza del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla sicurezza della Repubblica, Marco Minniti, e del direttore del Dis, l'ambasciatore Giampiero Massolo. Il premier ha commentato: "Uno dei punti qualificanti della nostra azione di governo è proprio quello della trasparenza e dell’apertura. In questa direzione va la decisione di oggi che considero un dovere nei confronti dei cittadini e dei familiari delle vittime di episodi che restano una macchia oscura nella nostra memoria comune". Successivamente, su Twitter, il presidente del Consiglio ha confermato che il governo ha "declassificato i documenti su alcune delle pagine più oscure della storia italiana". Nell’elenco delle stragi i cui documenti sono stati declassificati inserisce anche quella alla Questura di Milano del 1973. Secondo quanto stabilito nel Cisr (il comitato interministeriale con funzioni di consulenza e decisione sulla politica dei servizi) dello scorso venerdì, con la direttiva sarà possibile "il versamento anticipato di carte classificate in possesso di tutte le amministrazioni dello Stato che rappresentano un importante contributo alla memoria storica del Paese". I documenti verranno spostati seguendo un criterio cronologico - dal più antico al più recente - superando l'ostacolo posto dal limite minimo dei 40 anni previsti dalla legge, che vale per tutte le amministrazioni, prima di poter destinare una unità archivistica all'Archivio centrale.