Dopo l'arresto arriva il faccia a faccia con gli inquirenti. L'ex ministro Claudio Scajola si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip Pier Luigi Balestrieri durante l'interrogatorio di garanzia nel carcere romano di Regina Coeli, dove è detenuto da ieri con l'accusa di avere favorito la latitanza di Amedeo Matacena. L'ex deputato di Forza Italia era stato condannato a cinque anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa e si era rifugiato a Dubai. L'interrogatorio era previsto per le 16.30 nel carcere di Regina Coeli, condotto dal gip del Tribunale di Roma, gli avvocati difensoti l'hanno incontrato oggi per la prima volta: "C'era un divieto di assoluto di incontro", ha detto l'avvocato Elisabetta Busuito, che insieme a Giorgio Perroni difende l'ex ministro. I consigli dei legali - "Al momento - ha detto l'avvocato - non possiamo fare alcuna considerazione. Dobbiamo ancora leggere tutti gli atti e occorrerà studiare tutte le carte del processo. L'ordinanza è di circa duecento pagine". Il consiglio è stato dato dai legali. "Scajola lo abbiamo trovato sereno e tranquillo. E' convinto di poter spiegare tutti i fatti, ma noi come difensori, lo abbiamo consigliato di avvalersi di facoltà di non rispondere", ha spiegato Perroni. "Non abbiamo potuto parlare con e lo abbiamo visto solo nel corso dell'udienza, anche perché c'è la norma che consente al giudice di differire i colloqui con i difensori per un certo numero di giorni, la scelta che ci è sembrata migliore è quella di non rispondere all'interrogatorio". La prima notte in Cella - Intanto l'ex ministro ha passato la sua prima notte nel carcere romano di Regina Coeli. Da quanto si apprende Claudio Scajola, da ieri nel carcere romano, ha dormito e mangiato. L'ex ministro, arrestato con l'accusa di avere favorito la latitanza dell'ex deputato Amedeo Matacena, è detenuto nella quinta sezione, un'area aperta da poco, nella quale ci sono altre 40 persone e dove è applicata la cosiddetta vigilanza dinamica: le porte delle celle durante il giorno sono aperte e il controllo da parte degli agenti non è costante. I detenuti ristretti in queste sezioni sono ritenuti a bassa pericolosità. Solidarietà da Berlusconi - E sull'arresto a Scajola è tornato a parlare anche Silvio Berlusconi. Ai microfoni di T9 e Telelombradia ha affermato: "Mi sembra assurdo mettere in carcere una persona che è stata ministro dell’Interno solo perché ha aiutato a trasferire un amico già latitante. Sarebbero stati meglio i domiciliari piuttosto che infliggergli l’umiliazione del carcere per una cosa del genere”.
