Sanaa, il fidanzato ai funerali
La madre: tutta colpa sua
«Ha prevalso il cuore. Per questo sono qui»: sono le parole di Massimo De Biasio, fidanzato di Sanaa, la ragazza marocchina uccisa dal padre martedì sera a Montereale Valcellina (Pordenone), davanti alla salma della fidanzata prima del rito islamico del 'lavaggio' in mattinata. De Biasio - che ha voluto intrattenersi da solo per l'ultima volta con Sanaa - è arrivato poco prima delle 9 alla cella mortuaria dell'ospedale di Pordenone. «Avevo detto che non sarei venuto ma alla fine il mio amore per Sanaa è stato più grande - ha aggiunto -. Ecco perché sono qui. Non so se parteciperò a tutta la cerimonia. Vedremo. Per quanto mi riguarda dedicherò a Sanaa qualche cosa di simbolico qui in Italia, magari sulla strada che porta al monte Spia (dove la ragazza è stata uccisa, ndr), quella strada che farò tutti giorni per il resto della mia vita». «Il Gip ha fatto bene a contestare le aggravanti al padre - ha poi aggiunto De Biasio - quell'uomo merita il massimo della pena». La madre di Sanaa però non s'è addolcita: «Non voglio parlare con il fidanzato di mia figlia. Con il suo comportamento ha rovinato la mia vita e la mia famiglia»: così ha detto Dafna Charuk. Dafna ha fatto sapere di ritenere Massimo De Biasio responsabile di quanto successo. La ragazza, infatti, era andata a vivere con lui, cosa che avrebbe scatenato la furia omicida del padre. «Volevamo presentarci ai suoi genitori. Magari solo alla madre, quando il padre era fuori per lavoro. Ma lei era ancora più dura», ha risposto Massimo all'imam di Pordenone, Mohammed Ouatik. «Dovevate parlarci - gli ha detto l'imam - perché noi questi tipi di problemi li possiamo risolvere». «Io e Sanaa volevamo sposarci - ha ribattuto De Biasio - e volevamo presentarci alla famiglia. Avevamo pensato di andare solo dalla madre, ma lei era ancora più dura del padre». In segno di distensione l'imam ha dato il permesso «a quanti lo vogliano» di vedere la salma di Sanaa dopo il rito della purificazione, «a patto che nessuno la tocchi». Mohammed Dafani, fratello di El Ketaoui, il padre assassino di Sanaa, ha chiesto scusa «a tutti» per il gesto del congiunto. Lo ha fatto prima di partecipare al rito funebre della ragazza in programma davanti alla cella mortuaria dell'ospedale di Pordenone. «Mio fratello è malato - ha aggiunto - e ha perso la testa. La religione non c'entra nulla con quanto è successo», ha detto Mohammed che ha confermato che il corpo di Sanaa sarà trasportato in Marocco, paese d'origine della famiglia.