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Coronavirus, a ciascuno il suo complotto: da Bill Gates al Mossad, tutte le cospirazioni dietro alla pandemia

Bill Gates sapeva del contagio?

Francesco Specchia
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Qualcosa non torna. Il Coronavirus, è una roba strana, puzza di sceneggiatura, è qualcosa di più di una storia di cinesi zozzoni e di pipistrelli mangiati con contorno di maiale fritto. Ma dài, pensaci.

C’entra Giggino Di Maio che ha fatto quello strepitoso accordo con la Cina per la Via della Seta; e, nel tentativo di farlo saltare, quell’accordo, ci si sono messi i servizi segreti di Germania e Francia. Anzi no, è opera di Bill Gates: sul virus ci fa il business. Anzi no, è colpa di Trump -in fondo è sempre colpa di Trump- che ha sempre odiato gli involtini primavera dei film di Bruce Lee. Anzi, no: trattasi d’un esperimento batteriologico sfuggito di mano. Ecco. Questi sono solo alcuni i discorsi, a metà tra John Le Carrè e i terrapiattisti, che affollano i miei social in queste ore. Ne arrivano ogni giorno di fake news, sfornate del web profondo, che rimbalzano e si mescolano tra le notizie del contagio come ai tempi degli untori della peste nera. Ne arrivano a carrettate, di queste fake sul Coronavirus; e, narrativamente, consegnano ad ognuno il suo complotto preferito. Alcune di esse posseggono un indubitabile fascino. Ieri mi è apparsa questa su WhatsApp da un lettore (a furia di scorrere la lunghissima schermata m’è cresciuto il callo al pollice): “Di Maio fa l’asse commerciale con la Cina; la Germania e la Francia per impedire che l’Italia abbia una corsia preferenziale col Dragone fanno entrare in scena i loro servizi segreti che si mettono d’accordo col Mossad per mettere in ginocchio l’economia cinese italiana. Così fanno infettare un ricercatore, un pirla ignaro, nella centrale batteriologica – lo chiameremo il “contagiato 0”-  di  Wuhan e lo mandano a Codogno a diffondere il morbo”. Finisce che gli americani applaudono perché si tolgono dalle palle i cinesi, mentre gli israeliani che hanno il Mossad, l’intelligence migliore del mondo, preparano il vaccino dato che, essendo ebrei, venderanno al migliore offerente. E conclude: “Che ne pensa?”. Cosa vuole che ne pensi, caro il mio fantasioso lettore. A parte il fatto che l’Intelligence migliore del mondo sono i cinesi, be’, sono ammirato. Il giovane cronista Mark Twain le chiamava Hoax: erano bufele divine, articoli completamente inventati ma talmente belli che diventava un peccato sporcarli con la verità.

E il Coronavirus è una fucina di cazzate meravigliose. C’è quella che di Bill Gates e la moglie Melinda che nell'ottobre 2019 avevano organizzato con la loro fondazione e il Center for HealthHsecurity della John Hopkins University il famigerato “evento 201”, un’ inquietante simulazione di cosa sarebbe potuto accadere all’economia e agli equilibri mondiali “nel caso della diffusione di una gravissima pandemia”. E il vecchio Bill oggi ha fatto la finta di stanziare 100 milioni per la ricerca del vaccino che si ricomprerà per venderlo a prezzi da usura.  C’è il gossp che la pandemia sarebbe stata decisa a Davos da Greta Thunberg e la sua collaboratrice Verena Brunschweiger con Soros nell’ombra, per “estinguere l’umanità e salvare l’ambiente”. La versione più completa è che Greta sia solo una parte del puzzle, e che siano stati i terroristi ecologici tout court: viene citata una presunta simulazione di contagio da un virus zoonotico (zoonotico…) trasmesso da pipistrelli e maiali alle persone e poi da persone a persone; “e il piano originale era che l'agente patogeno si sarebbe sviluppato in Brasile e poi da lì in tutta l’America del sud, negli Usa, Europa e Cina”. Poi, c’è anche l’altra versione asiatica, molto verosimile dove i cinesi non c’entrano (ecco perché ne crepano pochi): c’entrano, invece, i coreani del sud della città di Deaugu gemellata da noi con Milano. E attraverso Deaugu avvengono gli scambi tra le loro industrie tessili e nostre industrie del lusso: sarebbero loro i principali infettatori. Ma, al di là della stroboscopica narrazione da cinema, spuntano anche le formidabili minutaglie, notiziole buttate lì, piccole cazzatelle incontrollabili che messe insieme formano un affresco romanzesco di gran respiro. Esempi? Il Coronavirus è poco più di un’influenza spacciata per epidemia globale per terrorizzarci e governare il mondo tramite la paura (un po’ Salvini, diciamo). Il Coronavirus è  uno strumento degli Agnelli per stravolgere  il calendario di serie A e fra vincere lo scudetto alla Juve. Il Coronavirus è un piano delle multinazionali per vendere milioni di container di disinfettante (“Perché, sennò, su quelle etichette ci sarebbe scritto ‘contro il Coronavisrus’ dal 2009?”. Risposta: perché nel 2009 girava un altro tipo di Coronavirus). Il coronavirus è un’epidemia che in Cina fa svenire le persone tra gli scaffali. E in Cina, in realtà ,hanno cremato “milioni di morti in un giorno, lo si capisce dall’aria che sa di anidride solforosa”. L’anidride solforosa.

Se continua così, vedremo aumentare il numero dei contagi, conteremo i danni e i morti; e perderemo almeno 3 punti di Pil e il nostro interscambio con la Cina che vale 44 miliardi. Ma continuiamo a non resistere all’atavica tentazione d’infilarci nel complotto. Rimaniamo un popolo di poeti, santi, navigatori, allenatori di calcio e virologi di basso cabotaggio, e narratori catastrofisti oltre l’autolesionismo. Molto oltre…

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