Alberto Fumagalli, oltre a madre, padre e sorella, è l'unica persona della famiglia con cui, in questi giorni, Silvia Romano parla e si confida. Ed è lui, in un certo senso, a gestire i rapporti con i media. Dopo l'intervista a La Zanzara, anche un colloquio con il Corriere della Sera, dove torna a parlare della lunga attesa prima che Silvia scendesse dall'aereo a Ciampino, dovuta ai tentativi di convincerla di togliere l'abito islamico. E Alberto Fumagalli spiega: "Se vuoi bene a una persona, anche se non condividi, accetti e provi a capire. È meravigliosamente testarda mia nipote. Ha litigato per tutto il tempo del viaggio di ritorno con i Servizi perché voleva tenersi la veste islamica e il velo - ribadisce -. Quando doveva scendere dall'aereo, e loro le chiedevano di toglierla forse perché faceva più comodo un altro tipo di immagine, ha insistito che avrebbe tenuto quella. Irremovibile. Per un anno e mezzo la sua volontà non ha avuto alcun peso, adesso se la riprende, finalmente libera di scegliere".
Toni Capuozzo e Silvia Romano a Dritto e rovescio: "Odio disgustoso, non esiste destra o sinistra. Le foibe e Nassiriya?"
"Non esiste un odio di destra e uno di sinistra, esiste un odio a turno". Toni Capuozzo, in studio da Paolo De...Eppure, fa sapere sempre al Corsera, dentro casa non la chiamano Aisha, il nome che ha preso dopo la conversione. Ma non solo: si veste con abiti occidentali e la preghiera resta a margine. "Dei rapitori - riprende lo zio - dice che avevano un atteggiamento protettivo. Uno solo parlava un po' di inglese. Certo era il loro bene economico più prezioso, l'oggetto del possibile riscatto, e dovevano preservarla anche per quello, ma forse è riuscita ad ottenere qualcosa di più. A lei è impossibile non volere bene". E acora: "È stata capace di costruire brandelli di legame con i carcerieri, cercava qualcosa di umano. Ha gettato oltre l'ostacolo la paura che la faceva tremare. Sapeva bene che cosa è l'Islam fanatico, si ricordava i video degli ostaggi che in Iraq venivano sgozzati, ma se ha avuto terrore non l'ha mostrato e ha fatto bene". Infine, Aberto Fumagalli rivela un aneddoto sulle prime fasi della prigionia di Silvia Romano: "Quando è stata consegnata alla banda di rapitori per prima cosa ha chiesto come si scrivevano in arabo i loro nomi e loro, stupefatti, glieli hanno disegnati con i bastoncini sulla terra, mentre calava il sole", conclude.