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Bersani: "Antiberlusconiano

è chi manda a casa il premier"

antonio sanfrancesco
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Conto alla rovescia per le primarie del Pd. Nella sfida televisiva su Youdem di oggi i tre candidati alla guida del Pd si sono scontrati sul valore del voto alle primarie. Da una parte Dario Franceschini e Pierluigi Bersani pronti al lodo Marini-Scalfari, dall'altra Ignazio Marino che chiede il rispetto alla lettera delle regole e, quindi, la conferma del ballottaggio in caso nessuno raggiunga il 50%. Per Bersani saranno i cittadini a scegliere già domenica: "Le primarie sono un'esperienza preziosa che si collega al lavoro degli iscritti. I cittadini decideranno, perchè ci sia l'affermazione di uno di noi in prima battuta". Dario Franceschini ha assicurato che se sarà eletto segretario non toglierà "mai ai cittadini il diritto di scegliere il segretario". Marino conferma la sua richiesta di ballottaggio: "Le regole non si cambiano in corsa". Diversi anche gli accenti sull'attualità politica. "Se sarò rieletto segretario mi impegno a fare una opposizione più ferma e intransigente e mi metterò di traverso con tutte le mie forze per evitare una nuova stagione di inciuci, sorrisi e pacche sulle spalle", ha detto Franceschini: non si può fare accordi con chi "calpesta le regole, il Parlamento, gli organi di garanzia". Per Bersani: "Il più grande anti-berlusconiano è chi lo manda a casa" e per farlo serve "una grande alleanza". Marino insiste sulla laicità: "Se non credi nell'uguaglianza delle persone non puoi stare nel Pd e perchè quelli che non si sentono laici dentro il cuore a questo giro non li lasciamo a casa? La Binetti doveva essere lasciata a casa due anni fa" quando creò problemi con il suo voto sulla sopravvivenza del governo Prodi.

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