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Avezzano, Carabiniere massacrato a pugni da un immigrato. L'Arma: "Siamo stufi, le istituzioni tacciono"

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Un carabiniere ricoperto di sangue, un tampone approssimativo infilato nel naso, la camicia di servizio macchiata fino al petto. La foto gira tra le chat dei militari e riguarda un brutto episodio di cronaca avvenuto ad Avezzano, in provincia di L'Aquila, nel pomeriggio di ieri, giovedì 18 giugno. Un uomo sta dando in escandescenza, si tratta di un immigrato. I militari intervengono per cercare di riportare la calma, provano a bloccarlo a terra, lui si divincola, cerca di colpirli e alla fine sferra due pugni in faccia ad uno dei carabinieri. Si tratta di un dominicano di 41 anni, il carabiniere colpito si chiama Vito Lamendola, attualmente ricoverato all’ospedale di L’Aquila.  Dovrà subire una operazione maxillo facciale.

La foto gira e fa divampare le polemiche. “Ogni volta che noi uomini della strada usciamo in servizio - rivela al Giornale un carabiniere che chiede l’anonimato - ci ripetiamo sempre questa frase: ‘Speriamo non capiti nulla e non tocchi a me, altrimenti i problemi saranno su come intervenire, se e quanto mi conviene prenderle per evitare ripercussioni con la scala gerarchica. Le ferite? Ormai sono l’ultimo di problemi”.  Mancano i mezzi per difendesi: “È da un anno che si attende l'arrivo della pistola ad impulsi elettrici - dice William Ricci, segretario regionale lombardo del Nuovo Sindacato Carabinieri - intanto nel silenzio assoluto delle istituzioni noi contiamo oggi un altro ferito”.

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