Caso Marrazzo, dimissioni entro un mese
Il gip: "Concordò prestazione da 5000 euro"
Il certificato medico prodotto dal Policlinico Gemelli dove è stato visitato lunedì mattina il presidente della Regione, Piero Marrazzo, quantifica in 30 giorni il tempo ''per poter riprendere la sua attività causa stress psicofisico''. A renderlo noto è il vice presidente della giunta Esterino Montino, che ha parlato di ''ripercussioni serie sullo stato di salute del presidente Marrazzo derivanti dai fatti degli ultimi giorni" e ha ribadito la "decisione di Marrazzo di dimettersi dopo il periodo di convalescenza. Poiché le dimissioni stanno nelle sue mani - ha aggiunto - la giunta non sa dire di preciso quando verranno rassegnate, ma non supereranno sicuramente il prossimo mese''. Gip: “Per prestazione aveva concordato 5 mila euro” – Intanto, emergono altri particolari dall'inchiesta. Marrazzo aveva concordato con il transessuale di via Gradoli, una somma di 5mila euro per il rapporto sessuale. È quanto emerge dall'ordinanza del Gip, Sante Spinaci, che in otto pagine ha motivato l'esigenza della custodia cautelare in carcere per i quattro Carabinieri indagati. "Piero Marrazzo esaminato dal Pubblico ministero il 21 ottobre 2009 - scrive il Gip nella sua ordinanza - ha precisato che tra l'1 e il 4 luglio scorso si recava in un appartamento per avere un incontro sessuale a pagamento con una certa Natalie. Qui dopo essersi parzialmente spogliato deponeva 3mila euro (parte della somma concordata di 5mila euro) su un tavolinetto, conservando la rimanente parte e i suoi documenti all'interno del portafogli". "Mentre si accingeva a consumare il rapporto sessuale concordato - scrive ancora il Gip nelle otto pagine di ordinanza - si presentavano alla porta d'ingresso due uomini qualificandosi come Carabinieri ed entrando nell'appartamento. I due identificati poi nel Simeone e Tagliente assumevano un atteggiamento estremamente arrogante tale da arrecare soggezione e paura. Si facevano consegnare da Marrazzo, che avevano riconosciuto come Presidente della Regione, il portafoglio con i documenti, tenendo in un locale separato Natalie e si recavano in un'altra stanza. Al loro rientro uno dei due gli chiedeva di consegnare loro molti soldi e di andarli a prendere facendogli capire che altrimenti vi sarebbero state rappresaglie o comunque conseguenze negative, accettando poi che Marrazzo consegnasse loro tre assegni dell'importo uno di 10mila euro e altri due di 5mila euro ciascuno". "I due prima di andare via - continua ancora il Gip che riferendosi all'interrogatorio di Marrazzo - lasciavano un numero di cellulare al quale Piero Marrazzo doveva chiamarli per la consegna di altro denaro, facendosi dare da Marrazzo un numero di telefono per ricontattarlo. Esaminando il portafoglio Marrazzo si accorgeva che dallo stesso mancava la somma di 2mila euro e non era neanche più presente quella di 3mila euro appoggiata sul tavolino, circostanza della quale Natalie si mostrava contrariata". "Qualche giorno dopo - si legge ancora nell'ordinanza - al numero telefonico della Regione che aveva lasciato ai due (Luciano Simeone e Carlo Tagliente) giungeva una telefonata ricevuta dalla segreteria che gli riferiva che l'interlocutore che voleva parlargli si era qualificato come Carabiniere". Marrazzo, intanto, ha rimesso anche la carica di commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro del deficit sanitario regionale al Governo visto che la nomina del commissario è di pertinenza dell'esecutivo. Interrogazione dei senatori del Pdl - E mentre il senatore del Pdl, Domenico Gramazio, vicepresidente dellaCommissione Sanità, si dice pronto "ad intraprendereazioni legali nei confronti di chi oggi ha firmato il certificatomedico al presidente Marrazzo (si tratta di una vera e propria truffadi chi e' evidentemente abituato allo strumento della menzogna, dellafalsificazione e del raggiro)", il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, il vicepresidente vicario Gaetano Quagliariello ed i senatori del Pdl eletti nel Lazio (Allegrini, Augello, Barelli, Ciarrapico, Cicolani, Cursi, Cutrufo, De Angelis, De Lillo, Dini, Fazzone, Gramazio e Tofani) hanno presentato al ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto e al ministro dell'Interno, Roberto Maroni, un'interrogazione urgente a risposta orale in cui chiedono di verificare l'esistenza della delega al vicepresidente Esterino Montino per l'esercizio delle funzioni. In caso affermativo, continuano i senatori, "se la suddetta delega sia legittima, considerato che, nella fattispecie, trattasi di un impedimento permanente al quale dovrebbero seguire le dimissioni del Presidente. Inoltre, scrivono i parlamentari del Pdl nell'interrogazione, "se allo stato attuale gli organi della Regione siano legittimati a svolgere le rispettive funzioni ovvero se debba intendersi il Consiglio regionale decaduto, mentre la Giunta in carica solo per l'esercizio dell'ordinaria amministrazione". Infine concludono i senatori: "Se, stante la situazione di cui sopra, il Presidente del Consiglio regionale non debba dichiarare la cessazione dalla carica del Presidente della Regione ai sensi dell'articolo 44, comma 2, dello Statuto della Regione Lazio". Bersani: "Berlusconi non si è ancora autosospeso" - ''Mi pare che Berlusconi non si sia ancora auto sospeso... forse la settimana prossima. Oggi lasciamo stare le vite private, parliamo delle vite di artigiani e cittadini''. Così il neo segretario del Pd Pier Luigi Bersani, oggi a Prato nella prima uscita da leader, ha risposto a chi gli chiede le conseguenze del caso Marrazzo. I tempi per le nuove elezioni - A breve scatterà l'istituto dell'impedimento temporaneo, breve e motivato, che permetterà di delegare tutti i poteri del Presidente della Regione Lazio. Poi arriveranno le dimissioni. Dal momento delle dimissioni dovranno passare al massimo 135 giorni in tutto prima di andare alle urne. Infatti ai 90 giorni di tempo per redigere i decreti per l'indizione dei comizi elettorali devono essere aggiunti 45 giorni che sono la condizione necessaria per darne notizia agli elettori con apposito manifesto. Rispettando questa tempistica e ipotizzando dimissioni immediate si arriverebbe al 7 marzo. Questo secondo l'articolo 5 della legge 2 del 2005 che prevede che nel caso di scioglimento del Consiglio regionale, per dimissioni del presidente o morte o impedimento permanente, si procede all'indizione di nuove elezioni entro tre mesi. I 45 giorni che decorrono dopo i tre mesi sono disciplinati dall'art. 3 comma 6 della legge 108/68. La data a tutt'oggi proposta dal ministro dell'Interno Roberto Maroni per le elezioni è il 28 marzo, ma deve essere ancora ratificata dal Consiglio dei Ministri. In ogni caso, ''stabilire la data delle elezioni regionali non dipende dal governo - spiega D'Amato - ma dal presidente della Regione o dal suo vice, così come accadde in Abruzzo ai tempi di Ottaviano Del Turco. E poi le Regioni che hanno un loro statuto, come il Lazio dall'11 novembre 2004, hanno potestà in materia elettorale” Signorini: "Berlusconi aveva avvisato Marrazzo" - Non si placano le polemiche sullo scandalo. Dopo che il presidente della Regione Lazio si è autosospeso dall'incarico, oggi il “Corriere della Sera” ha pubblicato un retroscena dell'indagine secondo il quale Berlusconi avrebbe avvisato Marrazzo che alla Mondadori era stato proposto il video che lo ritraeva con un trans. A quest'indiscrezione ha risposto stamani il direttore del settimanale “Chi”, Alfonso Signorini. ''Non è assolutamente vero che Silvio Berlusconi abbia impedito la pubblicazione delle foto dello scandalo Marrazzo sul settimanale Chi, in quanto io avevo già autonomamente deciso di non pubblicarle”: ha detto Signorini a Sky Tg24 Mattina. ''Le foto mi sono state offerte dall'agenzia fotografica Masi alla modica cifra di 200 mila euro trattabili e non appena ho visto le immagini - ha spiegato - ho ritenuto che non fosse assolutamente il caso di renderle pubbliche, né di acquistarle. Mi ero già comportato in modo analogo quando sulla mia scrivania ero finite le foto di Silvio Sircana”. ''Ho avvertito i vertici della mia azienda, il presidente Marina Berlusconi e l'Ad Maurizio Costa e anche loro – ha raccontato Signorini - hanno concordato con me sulla non pubblicabilità delle immagini. Credo proprio sia vero che Berlusconi abbia contattato Marrazzo, ma non sono stato io ad avvertire Berlusconi''. Ordinanza, vietata la pubblicazione - Il gip del Tribunale di Roma, Sante Spinaci ha formalmente vietato la pubblicazione della ordinanza di cuostodia cautelare in carcere emessa sabato scorso nei confronti dei carabinieri accusati di aver ricattato il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo. Il gip ha fatto riferimento all'articolo 114 del codice di procedura penale che fa divieto di pubblicazione, anche parziale, dell'ordinanza, oggi depositata e in possesso delle parti, fino all'udienza preliminare del procedimento. I legali dei carabinieri, intanto, sono in procinto di depositare richiesta di Riesame contro la decisione dello stesso gip che ha disposto la custodia cautelare per i carabinieri. I militari sono accusati a vario titolo di ricettazione, concussione, rapina, estorsione, violazione della legge sugli stupefacenti, violazione di domicilio e interferenza ilelcita nella vita privata. In procura, questa mattina, si è tenuto un vertice sull'affare Marrazzo con il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo con i vertici dei carabinieri del Ros. Bossi: “Dimissioni? Dipende da lui” – Sulla vicenda è intervenuto anche il leader della Lega Umberto Bossi. “Io preferisco le donne”, ha chiosato il Senatur che alla domanda se Marrazzo debba dimettersi ha replicato: ''Dipende da lui se riesce a sopportare tutto questo e nello stesso tempo fare il politico. Questi, però - ha concluso - sono problemi familiari''.