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Protezione civile, dopo il nubifragio su Milano le parole del tecnico: "Presto i radar ci aiuteranno"

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Fausto Guzzetti, direttore dell'ufficio rischi della Protezione Civile, spiega che "i letti dei fiumi, induriti dalla siccità, si sono riempiti in un baleno. Il terreno non riesce ad assorbire quantità così grandi di pioggia. Ancora peggio se un nubifragio si scatena su una città ricoperta di asfalto. Il tecnico fa riferimento agli ottanta millimetri e più caduti su Milano in 50 minuti venerdì.. "Il problema è quando l'acqua cade su un suolo che non è in grado di assorbirla, come accade nelle città. Basterebbe anche meno di quel che è piovuto ieri a Milano per riempire un sottopasso". 

 

 

 

La Protezione civile sta lavorando da tempo su un sistema di allerta meteo? "Partirà a ottobre. Si chiama It Alert. Un messaggio di allarme verrà inviato a tutti i cellulari agganciati alle celle dell'area a rischio. Saranno messaggi inviati a ridosso dei nubifragi. Con i radar osserviamo i forti temporali mentre si formano e ne seguiamo gli spostamenti. Un sistema automatico deciderà quando inviare il segnale di allerta. Stiamo tarando il sistema, per non lanciare troppi allarmi, né troppo pochi". Le esondazioni, scrive Repubblica, del Seveso sono ricorrenti ormai da anni. Perché il problema resta irrisolto? "Il nodo idraulico di Milano rappresenta un problema annoso. Servono misure strutturali per risolverlo. In Liguria per esempio si è realizzato lo scolmatore del Bisagno, con una soluzione costosa, ma piuttosto semplice ed efficace dal punto di vista ingegneristico". 

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