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Caso Cucchi, Alfano in Senato:

"Non volle avvisare la famiglia"

Francesco Specchia
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“Si doveva evitare che morisse. Uno Stato democraticoassicura alla giustizia e può privare della libertà chi delinque ma nessuno puòessere privato del diritto alla salute”. Lo ha detto il ministro dellaGiustizia Angelino Alfano riferendoin Senato in merito al caso di StefanoCucchi, il detenuto morto all'alba di giovedì scorso. “Tutte le nostreenergie – ha proseguito il ministro - sono impegnate per accertare chi, anchecon atteggiamento omissivo, abbia portato a questo tragico evento”. Ad ascoltare l'intervento del ministro anche IlariaCucchi(nella foto), sorella del ragazzo scomparso, che è stata invitata da Stefano Pedica, senatore dell'Idv ecoordinatore del partito in Lazio. Stefano Cucchi, ha continuato il Guardiasigilli, «era sempre lucido. Ha potuto decidere quello che accettava e quello che aveva deciso di rifiutare, durante la permanenza al Pertini». E lui, «ha rifiutato di sottoporsi alla visita in ospedale». Non solo. «Ha manifestato ai sanitari la volontà di non rilasciare notizie sul suo stato di salute ai genitori: in base alle notizie che mi sono state comunicate dall'amministrazione penitenziaria i familiari di Cucchi per due volte si sono recati presso la struttura penitenziaria dell'ospedale Sandro Pertini» per parlare con il giovane. Ma in entrambe le occasioni, «è stata rappresentata loro la necessità di munirsi di permesso di colloquio». Quanto al «diniego» sempre opposto ai familiari di incontrare i sanitari per avere informazioni sullo stato di salute del giovane, Alfano ha spiegato che «si è data applicazione all'accordo esistente con la Asl di Roma secondo cui nessuna informazione può essere data ai familiari senza l'autorizzazione del magistrato. Questo divieto può essere superato dall'autorizzazione firmata dal detenuto. Ma - ha aggiunto Alfano, citando alcune informazioni pervenute dal ministero della Salute - da quanto si evince dalla documentazione Stefano Cucchi ha firmato per non autorizzare alla diffusione le informazioni sulle sue condizioni di salute ai familiari». Il Guardasigilli ha detto: “in base alle notizie che mi sono statecomunicate dall'amministrazione penitenziaria i familiari di Cucchi per duevolte si sono recati presso la struttura penitenziaria dell'ospedale SandroPertini” per parlare con il giovane. Ma in entrambe le occasioni, “è statarappresentata loro la necessità di munirsi di permesso di colloquio”. Intanto la Procura di Roma sta valutando anche l'ipotesi di omicidio colposoper l'inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi, aperta per omicidiopreterintenzionale. L'inchiesta resta aperta contro ignoti.

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