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Coronavirus, immigrati positivi infettano i poliziotti: messi in pericolo dal governo

Alessandro Gonzato
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Ancora qualche giorno e tutti gli oltre 300 richiedenti asilo stipati nell'ex caserma "Serena" di Treviso saranno positivi al virus. I malati, oggi, sono 257. Il numero cresce quotidianamente. Non si sa nemmeno quanti siano gli ospiti della struttura, molto più simile a una casba in rivolta che a un centro d'accoglienza. Qualcuno dice 320, ma ultimamente qualche africano, nonostante la quarantena disposta dalla Regione Veneto, è riuscito a fuggire. Da due mesi regna l'anarchia. La prima ribellione a giugno: un gruppo di immigrati ha sequestrato in una stanza gli addetti della cooperativa che gestisce il centro e gli infermieri incaricati dall'azienda sanitaria di effettuare i controlli. Gli extracomunitari hanno bloccato il cancello d'ingresso. Le forze dell'ordine hanno faticato a riportare la calma.

Nel primo fine settimana d'agosto i migranti hanno appiccato un incendio nel piazzale dell'ex caserma e hanno distrutto parte del mobilio. Per un paio d'ore è stato di nuovo l'inferno. Oggi, era inevitabile, si scopre che uno dei poliziotti intervenuti in quei giorni è stato contagiato e due colleghi a loro volta sono finiti in isolamento in attesa del terzo tampone: i primi due, purtroppo, hanno già dato esito positivo. Treviso, dunque, per almeno 15 giorni dovrà fare a meno di tre poliziotti la cui salute è stata messa a repentaglio dall'inettitudine del governo. Vien da sé che anche i familiari e tutte le persone venute a contatto con loro dovranno rispettare l'isolamento domiciliare.

I fatti risalgono al primo del mese. La polizia era intervenuta per bloccare un gambiano di 26 anni che era entrato in infermeria insultando e minacciando gli operatori. Voleva andarsene dal centro. All'ennesimo "no" ha picchiato un medico e scaraventato a terra un computer. Prima di finire in manette ha minacciato i poliziotti con una spranga di ferro. Qualche giorno dopo uno degli agenti ha iniziato ad accusare i sintomi. Il test ha confermato il sospetto. Ylenja Lucaselli, deputato di Fratelli d'Italia, è sbottata: «Mentre il governo si impegna a far passare i giovani italiani come untori, la caserma di Treviso è diventata il focolaio più grande del Paese. Questo è ciò che succede mentre gli italiani, costretti a casa per mesi, sono martellati da una continua campagna di colpevolizzazione. Si tratta di un capolavoro a opera di un esecutivo cinico che sta sfruttando la pandemia per rimanere in piedi».

La procura ha aperto un fascicolo per "atti relativi": significa che non contiene ipotesi di reato né indagati. «Stiamo aspettando di raccogliere il carteggio intercorso tra l'Asl e i gestori del centro» , ha detto il procuratore capo di Treviso, Michele Dalla Costa. «Solo quando la documentazione sarà completa procederemo all'ascolto delle persone informate sui fatti per ottenere conferme o precisazioni. Fino a questo momento», ha confermato il procuratore, «non è stata configurata alcuna ipotesi di reato». Domani decine di stranieri alloggiati nell'ex caserma verranno controllati col terzo giro di tamponi: molti hanno già fatto intendere che sarà l'ultimo a cui si sottoporranno.

Sono stati sottoposti al test anche i poliziotti che ieri a Campobasso sono stati aggrediti da due tunisini di 19 e 22 anni i quali nonostante l'obbligo di quarantena erano scappati dal centro d'accoglienza di Campolieto. Gli agenti li hanno trovati e gli stranieri hanno reagito ferendoli. Nel frattempo in Molise prosegue la ricerca di altri 32 tunisini fuggiti dalla struttura di Campomarino. Ormai dentro e fuori ai centri per migranti succede di tutto. I numeri del contagio crescono anche nel Foggiano, dove sono risultati positivi altri 4 stranieri. Conte, al solito, non ha nulla da rimproverarsi.

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