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Viviana Parisi, la pista della aggressione sessuale: "Nella zona dominano i tortoriciani, mafiosi dei pascoli"

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La pista della "terza persona" nella morte di Viviana Parisi prende quota, con risvolti agghiaccianti. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, citando il procuratore Cavallo, l'ipotesi dell'aggressione da parte di animali selvatici sta scemando, mentre non si esclude "neanche la tentata aggressione a scopo sessuale, finita male". Il testimone chiave che ha assistito all'incidente sulla A20 all'altezza di Caronia ha spiegato agli inquirenti di aver visto la donna fermarsi a una piazzola di sosta, scendere e tenere il figlio Gioele in braccio. Sul piccolo di 4 anni, di cui si sono perse le tracce, il testimone precisa: "Era vivo, non era ferito, stava in braccio alla madre, in posizione verticale come se lei volesse proteggerlo. La testa appoggiata sulla sua spalla destra, gli occhi ben aperti". Un dettaglio importante. Da quel momento, la "fuga": "L'ho seguita con lo sguardo e l'ho vista scavalcare il guardrail e dirigersi verso la montagna, imboccando un sentiero sopra la galleria". Dove stesse andando, non si sa. "Viviana - puntualizza il procuratore - era una donna atletica, grande camminatrice e nonostante la zona sia impervia, potrebbe avere comunque attraversato il bosco senza problemi", Lì le ricerche del piccolo Gioele si stanno concentrando. Ma secondo il Corriere della Sera, c'è un altro dubbio che sta emergendo nelle ultime ore: "E se la donna avesse visto, durante quel suo tentativo di fuga, qualcosa che non avrebbe dovuto vedere? La zona è infatti dominata dai tortoriciani, i mafiosi dei pascoli. Proprio in quella zona vive uno di loro, un esponente vicino alle cosche locali attualmente ai domiciliari, con licenza di uscire solo la domenica".

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