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Omicidio Colleferro, si valuta l'aggravante razziale per i killer di Willy: "Lurido neg*** crepa lentamente"

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E' iniziato nel carcere romano di Rebibbia l'interrogatorio di convalida davanti al gip del tribunale di Velletri, Giuseppe Boccarrato, dei quattro giovani arrestati per il terrificante omicidio di Willy Monteiro Duarte, il 21enne ucciso dopo un pestaggio a Colleferro nella notte tra sabato e domenica. Ai quattro, i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, tra i 22 e i 26 anni, il pm di Velletri Luigi Paoletti contesta il concorso in omicidio preterintenzionale.

Si valuta anche l'aggravante di matrice razziale su cui fa peso un post di nove anni fa di Gabriele Bianchi che commentando un fatto di cronaca su Facebook scrisse "lurido egiziano de m..." e ancora in un italiano altamente dialettale "pozzi crepà lentamente, spero che qualcuno ti venga a cercare e che ti affoghi della m... schifossimo". E non aveva fatto meglio un altro fratello non coinvolto, Alessandro, 31 anni, che definiva lo stesso egiziano "de m..." e "negraccio de m..."

Ma soprattutto pesano le parole di uno dei genitori espresse davanti alla caserma dei carabinieri domenica mattina all'alba: "Cosa hanno fatto? Non hanno fatto niente. Hanno solo ucciso un extracomunitario". Parole agghiaccianti riferite poi ai carabinieri.

 

Intanto proprio Alessandro Bianchi, fratello maggiore dei due in carcere, in due interviste rese a Stampa e Messaggero, ha detto di non avere colpe e di chiedere "perdono per la morte di Willy.La cosa che mi ha fatto più male, quando mi ha chiamato l'avvocato per dirmi che c'era stato il morto, è stata l'immagine di quel ragazzino. Era così piccolo, non posso pensare che i miei fratelli gli abbiano menato mentre stava a terra, conoscendo la loro esperienza nelle arti marziali, un ragazzino che se lo avessero visto da qualche parte mentre qualcuno lo aggrediva, avrebbero massacrato gli altri per salvare lui", dichiara Bianchi. 

E' convinto poi che la colpa non sia stata dei fratelli "credo che Pincarelli e Belleggia abbiano invocato il loro aiuto perché qualcuno li stava picchiando. E i miei fratelli sono corsi",, racconta Bianchi. "Io sono sicuro dentro di me come lo è mia madre che non sono stati loro a dargli calci in faccia, pugni in testa. I miei fratelli sono intervenuti per dare una mano ai loro amici che avevano discusso dentro il locale, e quando hanno visto tutta questa gente ammucchiata e sono scesi dalla macchina. Ci sono le testimonianze".

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