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Coronavirus, il piano del governo: zone rosse e nuovi lockdown, ecco come verrà affrontata la seconda ondata

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Con l'aumento dei casi di coronavirus si torna a parlare di chiusure circoscritte e zone rosse. Nel bollettino diramato ieri 18 settembre si registravano 1.907 nuovi contagiati su 99.839 tamponi e subito è sembrato di tornare al primo maggio, quando i positivi erano circa 2 mila. Come riporta il Messaggero, però, oltre alle misure locali, il governo potrebbe intervenire anche limitando la possibilità di incontrare altre persone, magari impostando un limite a 10 come  in Francia o a 6 come invece accade in Regno Unito. 

 

 

 

A preoccupare è anche l'indice di contagio, che ormai a livello nazionale è al di sopra di 1 . Sempre secondo quanto scrive il Messaggero, il governo non ha intenzione di fare nulla per ora, ma al primo segnale si farà trovare pronto. E la conferma arriva anche da fonti interne a Palazzo Chigi: "Abbiamo un sistema di monitoraggio che comunque ci permette di intervenire tempestivamente se e laddove serva". 

Nell'ultimo bollettino si è fatto riferimento poi alla presenza di nuovi focolai, che preoccupano gli esperti dell'Istituto Superiore di Sanità. Nel Paese infatti ci sono 2397 focolai attivi, di cui 698 nuovi. Contagi che spesso si trasmettono da figli e nipoti a genitori e nonni. E' mutata anche la situazione all'interno degli ospedali e in quasi tutte le regioni vengono occupati sempre più posti letto per il Covid, sia in area medica, con aumenti dal 2 al 4% rispetto a un mese fa, che in terapia intensiva, dall'1% al 2%. I territori più interessati al momento, stando all'indice Rt locale, sono la Provincia Autonoma di Trento, il cui indice è 1,59, e la Liguria (1,32). Particolarmente positivi invece i dati relativi a Lazio (0,54), Val d'Aosta (0,61), Piemonte (0,69) e Campania (0,71). 

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