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Caso Cucchi, in tre a picchiarlo

Il teste: non erano carabinieri

Silvia Tironi
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«Era magro,la faccia carina, il cappuccio in testa», ricorda S.Y., il cittadino del Gambiache lo scorso 16 ottobre condivise la cella con Stefano Cucchi, il ragazzo morto a Roma pochi giorni dopo l'arresto. Ilsupertestimone dell'accusa  è detenuto inuna struttura di assistenza per tossicodipendenti e sarà ascoltato in incidenteprobatorio sabato prossimo. “Erano in tre a picchiarlo, ma non erano carabinieri– racconta l'uomo - l'hanno aggredito, gli hanno dato un calcio”.Poi, a domanda precisa del pubblico ministero Maria Francesca Loy, se sianostati i militari dell'Arma, risponde deciso: “No, gli accompagnatori, quindisarà la penitenziaria”. Il gambiano, più avanti nel verbale, che consta di 29pagine, aggiunge che dalla piccola finestra ho visto che lo stavano picchiandoe lui è caduto per terra. L'hanno messo in cella, è venuto uno di quelli, eragentile, gli ha dato una sigaretta”. La descrizione di chi ha pestato è vaga.Il testimone dice prima che avevano tutti la divisa, anche se azzurra, poi bluinfine blu chiaro. “Lo stavano portando dalla cella, circa 20 minuti prima diandare dal giudice, lui era andato in bagno”. La descrizione confusa siarricchisce sulle condizioni di Cucchi: “Perdeva poco sangue dalla gamba, nonricordo se destra o sinistra, mi diceva sempre che si sentiva male – riferisce S.Y.– diceva di essere stato menato”. Il tossicodipendente, comunque, aveva «dolore fino allapunta del piede». Descrivendo la dinamica dei fatti, l'interprete si tocca laparte bassa della schiena all'altezza dell'osso sacro e lungo tutta la coscia ela gamba. Sempre sulla base delle parole del gambiano, Cucchi gli avrebbe dettoche il pestaggio sarebbe stato posto in essere «quando l'hanno accompagnato,mentre lo accompagnavano le guardie, gli hanno menato...». I calci e i pugni cisono stati nel corridoio delle celle di sicurezza. Dopo che i carabinieriavevano consegnato il ragazzo agli agenti della polizia penitenziaria. I militaridell'Arma non entrano di norma nella sezione, che sta nei sotterranei dellacittadella giudiziaria. Per l'accusa di omicidio preterintenzionale sonoindagati tre agenti. Per omicidio colposo, invece, tre medici dell'ospedaleSandro Pertini.

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