La Cassazione condanna Vespa
Più rigore nei talk show
La Cassazione ha confermato la condanna per diffamazione nei confronti di Bruno Vespa per «non avere impedito» che nel 2008, nel corso della trasmissione tv Porta a Porta dedicata all'omicidio di Alberica Filo Della Torre, andasse in onda un servizio in cui «la morte della nobildonna era stata gratuitamente accostata ad una serie di ipotesi oggettivamente diffamatorie, in un contesto oscuro e inquietante di servizi segreti con conseguenziale pregiudizio per l'onore e la reputazione dei familiari». La sentenza ribalta il precedente giudizio della Corte d'Appello di Roma, che aveva invece assolto Vespa e la giornalista autrice del servizio con formula piena. In merito al servizo andato in onda, i giudici si sono espressi dichiarando che «non è consentito neppure in chiave retrospettiva riferire di ipotesi investigative o di meri sospetti degli inquirenti (veri o presunti che siano) senza precisare, al tempo stesso, che quelle ipotesi o sospetti sono rimasti privi di riscontro». Parole fortemente rimarcate dai giudici, perché «le ipotesi degli investigatori che non abbiano trovato conforto nelle indagini sono il nulla assoluto».